lunedì 30 giugno 2008

L'evasione fiscale non abita solo al sud

Storie di ordinaria evasione. Sempre le solite storie già sentite.
Ma tutti continuano a negare l'evidenza. Dopo l'inchiesta delle Iene segnalata in un post di febbraio (guarda) anche la Corte dei conti pubblica i risultati dei controlli effettuati da Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate contro l'evasione fiscale.
In applicazione alla normativa fiscale che prevede la chiusura dell'esercizio commerciale per i proprietari colti per due volte in "flagranza" di evasione fiscale (quando, cioè, non emettono lo scontrino fiscale che certifica l'acquisto di un bene all'interno del negozio e quindi il guadagno del commerciante) , nel solo 2007 sono stati 1.214 i negozi chiusi. Quasi la metà è al Nord, 593. A fronte di 317 al Centro e 304 al Sud.
Non vale la giustificazione che "a nord i negozi sono di più". In una realtà senza molte fabbriche o dipendenti in uffici con l'aria condizionata a palla, aprire un esercizio commerciale e diventare piccolo imprenditore è l'unica soluzione per uscire dal tunnel nel mezzogiorno. I negozi brulicano e animano il giro dei soldi nelle grandi, medie e piccole ma sempre popolose cittadine del sud Italia.
"In tutto - spiega la magistratura contabile - le contestazioni per la mancata emissione sono state (a partire dal novembre 2006) 130.472, e di queste 19.070 delle Entrate e 111.402 della Gdf. Di queste 91.603 sono diventate veri e propri atti di contestazione".
Merito anche di un incremento dei controlli tra 2006 e 2007 pari al 27% dei controlli (oltre quota 940.000). Che si è tradotto in un incremento del +78% dei risultati complessivi in materia di basi imponibili ai fini delle imposte sui redditi e in un +35% delle entrate int ermini di Iva. "Complessivamente i rilievi formulati in materia di imposte sui redditi per circa 30 miliardi di euro e l’Iva dovuta e/o non versata per 5,3 miliardi di euro sono in assoluto i più alti degli ultimi decenni".

Maradona. Storie di ordinaria evasione

Quando si parla di calcio, viene in mente il suo nome. Per droga e dipendenza dalle sostanze stupefacenti, anche. Non ne parliamo quando entra in gioco la questione dell'evasione fiscale. Ogni occasione è buona per parlare di lui: Diego Armando Maradona, alias el Pibe de Oro.
Dopo la partita del cuore di inizio giugno, il suo nome torna alla ribalta in chiave positiva grazie a un libro. "L'oro del Pibe", menzione speciale al premio internazionale di giornalismo e cultura di Vietri sul mare, è il libro di Giuseppe Pedersoli e Luca Maurelli che vuole riscrivere la vicenda umana e giudiziaria di Diego attraverso documenti e atti processuali inediti.
Il sottotitolo potrebbe essere "paradossi e ingiustizie del fisco italiano". Un vademecum per capire, o almeno per ridere sul fisco fai da te (contravvenzioni incluse): dal vip all’anonimo contribuente, chiunque può trovarsi di fronte ai paradossi giuridici e tributari del fisco italiano che spesso non si sforza di abbinare al rigore della norma uno sforzo di valutazione dei casi specifici, alla luce del buon senso comune.
Ma il libro è anche un manuale di sopravvivenza agli abusi del fisco, senza mai mettere in discussione il principio del pagamento delle tasse, in un periodo storico in cui il Paese è spaccato tra i teorici della linea dura a fini educativi e i paladini del fisco dal volto umano, che chiede ma non perseguita.
"Il libro - raccontano gli autori - presenta tutti gli atti dei processi tra Maradona e il fisco, la trattativa segreta con Palazzo Chigi, nel tentativo, vano, spiegano gli autori, di cercare una soluzione ’politicà del contenzioso; ma anche la linea intransigente assunta dal governo Berlusconi (anche presidente del Milan) , il ruolo del grande fiscalista Victor Uckmar (presidente del Centro di ricerche tributarie dell’impresa presso l’Università Bocconi di Milano), dei sindacalisti della Cgil, le vicende parallele di altri vip accusati di evasione (Tomba, Pavarotti e Valentino Rossi, solo per citarne alcuni)".
Tra i documenti fino ad oggi mai pubblicati, le copie dei primi contratti di Diego, gli atti dei processi penali del Pibe, i verbali dei pentiti, i file segreti sulla congiura del doping, il ruolo misterioso di Luciano Moggi che emerge dalle carte delle inchieste.
Sulla base di una sentenza della Corte di Cassazione, Maradona sarebbe debitore allo Stato italiano di ben 34 miliardi di euro: "L’idea di scrivere un libro sul campione argentino, che ha regalato ai tifosi napoletani e non emozioni irripetibili, nasce dall’esigenza di approfondire un’ordinaria vicenda di evasione fiscale che ha avuto come protagonista un personaggio non comune, Diego Armando Maradona".

L'inceneritore inquina? vendiamolo a Napoli

La solidarietà del nord avvolge con il suo abbraccio la Campania e fioccano le proposte di disponibilità per contribuire a risolvere il problema.
L'ultima "offerta" a cui proprio non è possibile dire di no riguarda il termovalorizzatore di Brescia, il più grande del mondo, e capace di bruciare 750mila tonnellate di rifiuti all'anno. Ce lo regalerebbero per soli 25 milioni di euro, almeno la metà dei soldi che servono all'Impregilo per terminare il lavoro che avrebbe dovuto cominciare nel 1999 e terminare in 18 mesi.
Così cominceremo prima a bruciare la nostra monnezza e accellereremo i tempi per risolvere l'emergenza.
"Gatta ci cova" è l'ammonimento che arriva dal Cnr, il centro nazionale di ricerca scientifica e tecnologica (leggi l'articolo dell'Ansa). Secondo il ricercatore Ennio Italico Noviello, infatti, "quell’impianto sta inquinando l’intera Lombardia. A Brescia non c’è un solo allevamento di bovini che sia senza diossina". E a chi dice che l’inceneritore di Brescia sia il migliore al mondo, Noviello fa notare che: "Quell’impianto ha vinto un premio, certo. Ma nel comitato scientifico di chi gli ha dato il premio c’è una delle aziende che ha fatto l’impianto. Brescia è il punto più inquinato del mondo, basta guardare il satellite".
"I disastri ambientali - conclude Noviello con una nota amara, pensando al destino di chi vive sotto l'inceneritore e chi non lo è ancora ma sembra condannato a questo destino dalle logiche perverse della soluzione più facile - lì sono stati documentati, dimostrati e accertati sotto tutti i punti di vista. Perfino la Commissione Europea è intervenuta. È incredibile che qualcuno proponga quell’inceneritore come modello".
Qualcuno ha criminosamente abrogato a un diritto costituzionale. Lo sancisce l'articolo 32. Perchè La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività.

Secondo un'indagine del sito Napoli.com"L’incenerimento trasforma numerosi materiali ancora potenzialmente adoperabili, taluni preziosi perchè in esaurimento, in effluenti (solidi, liquidi o gassosi) assai più tossici dei rifiuti di partenza ed inutilizzabili, oltre a diffondere nelle zone limitrofe una serie di sostanze nocive alla salute, dalla diossina ai furani, che, inquinando l’ambiente: suolo e sottosuolo, acqua ed aria, colpiscono l’uomo e gli animali attraverso la catena alimentare. Gli inceneritori tendono inoltre ad innalzare la temperatura dell’atmosfera, accentuando l’effetto serra, in stridente contrasto con le pressanti raccomandazioni del protocollo di Kyoto, al quale l’Italia ha così entusiasticamente aderito".

sabato 28 giugno 2008

Bossi "salva" Napoli. Ma la solidarietà non arriva

Dopo l'apertura inattesa del governo all'idea di esportare nelle altre regioni d'Italia un pò dei rifiuti che abbondano in Campania, la parola passa alle regioni. Saranno prima loro e poi le province a decidere sulla reale applicazione del "consiglio" del governo.
La giustificazione: "Bisogna interrompere il trasferimento dei rifiuti della Campania all'estero perchè il costo è elevato (traduzione: possiamo portare a nord anche i soldi dello smaltimeto dei rifiuti, utilizzare i finanziamenti Cip6 per la combustione delle ecoballe e intascare anche i guadagni per la produzione e vendita dell'energia prodotta bruciandoli) e perchè tutto ciò rappresenta una brutta figura per l'Italia (sono interessati alla figuraccia che l'Italia sta facendo all'estero, additata da tutti perchè non sa risolversi da sola i problemi, non perchè Napoli ha visto crollare la sua immagine nel mondo).
Venti - trentamila tonnellate di rifiuti che giacciono sulle stade o sono ammonticchiati tra impianti di cdr e siti di stoccaggio potrebbero prendere la via del nord.
A dire il vero non ne sono tanto convinti neanche loro, i "governatori". Formigoni, in prima linea, apre le braccia alla monnezza napoletana. "Ci è stata chiesta solidarietà per la Campania e noi l'abbiamo data; la posizione della Lombardia è sempre stata coerente". Si turavano il naso con disprezzo quando quello stesso appello l'ha rivolto Prodi o fino a qualche giorno fa, ma hanno cambiato idea dopo l'appello solidale del Senatur. "Un fulmine a ciel sereno come solo Bossi sa fare quando tratta direttamente con berlusconi", osserva l'articolo su La Stampa di oggi.
Milano, Brescia e Bergamo si divideranno 6mila tonnellate di spazzatura campana, gestite dalla A2A: l'azienda lombarda nata dalla fusione dell'Aem milanese e bresciana che è anche candidata alla costruzione e gestione del termovalorizzatore di Salerno.
La sua filosofia? Se c'è da guadagnare con la monnezza, meglio cominciare a guadagnarci il prima possibile. Così, si portano avanti con il lavoro.
Ironica Mercedes Bresso del Piemonte. Accoglierà la proposta del governo con una sonora risata. "Quando Prodi ci chiese la disponibilità a prendere parte dei rifiuti campani io acconsentii e fui attaccata subito dal centro destra. Però - aggiunge - siccome noi amministriamo non per gli interessi di bottega ma per quelli dei cittadini sono orientata a rinnovare la disponibilità". Tanto il no, come durante il governo Prodi, lo dirà il presidente della provincia Saitta, che deve conquistare gli elettori in vista delle imminenti elezioni.
Rifiuto morbido anche dal governatore del Veneto Giancarlo Galan, che si disse disposto ad accettare la monnezza solo in cambio delle dimissioni di Bassolino e Iervolino. Oggi: "Noto con vera soddisfazione dopo le iniziative giunte dal governo Berlusconi, in Campania si stanno verificando fenomeni positivi". Ma quale film ha visto? "Studierò le carte", assicura.
Calma i toni Vasco Errani, governatore della Toscana e presidente della consulta delle Regioni: "L'emergenza rifiuti solleva allarme e strumentalizzazioni politiche". Meglio limitare dichiarazioni e protagonismi mediatici.
La saggia governatrice del Piemonte chiosa la querelle con un aforisma: "Fare politica sfruttando i peggiori istinti della gente può essere molto pericoloso. Perchè questi istinti, quando li hai tirati fuori, non rientrano facilmente. La demagogia è una strana alleata: quando finisce la campagna elettorale non puoi darle facilmente il benservito".

Il topolino della spazzatura firmato Raffo

Il lungomare di Napoli si dipinge di colori da sogno mentre, nelle periferie, continua il disagio dell'emergenza rifiuti: è la denuncia di Raffo, il writer partenopeo, e del suo Mickey Mouse versione napoletana: il suo topolino goloso di rifiuti mangia e ingrassa davanti al goloso banchetto della monnezza ancora disseminata lungo le strade.
"Proprio mentre sul lungomare si ospitano i reali proponendo una faccia diversa di una Napoli che ancora soffre" (il riferimento e a Juan carlos di Borbone che ieri ha passeggiato con Napolitano a piazza del Plebiscito), la sua maxitela coloratissima fa mostra di se sul lungomare poco distante da Palazzo Reale per attirare l'attenzione su tutto ciò che di questo disagio rimane non detto.

venerdì 27 giugno 2008

Il nord si prende la monnezza di Napoli

Colpo di scena a palazzo del governo. Il Senatur Umberto Bossi ha dato il via libera a Berlusconi e Bertolaso per l'importazione in Lombardia dei rifiuti campani come riferito già stamattina sulle pagine di Repubblica e definitivamente confermato in giornata (leggi).
Sconosciuto il movente che ha dato origine a questo gesto di solidarietà invocato da mesi, ma quello che conta oggi è il risultato. Il caldo soffocante di questi giorni combinato alle strade intasate dai sacchetti di rifiuti rischiano di generare la fobia, se non il reale rischio, di una epidemia come non se ne dovrebbero generare in una città d'Europa.
"Ben venga tutto ciò che può essere utile per arrivare ad una soluzione dell'emergenza rifiuti - ha dichiarato il ministro - ombra all'Ambiente Ermete Realacci - per togliere i rifiuti dalla strada e per riportare la regione ad una gestione ordinaria. Ma è legittimo porre una domanda. Perché quando la stessa proposta fu avanzata dal governo Prodi ci fu una risposta negativa dalle regioni del nord? C'è forse un uso politico dell'emergenza rifiuti a scapito della salute dei cittadini, dell'ambiente e dell'immagine della Campania e dell'Italia?".

Non c'è il rischio di un'accogliena entusiasta del suggerimento governativo: Il consiglio dei ministri si è espresso favorevolmente all'apertura bossiana, ma il parere del governo non è vincolante (come amaramente constatato il passato inverno): prossimamente sarà convocata la consulta delle regioni "per verificare la disponibilità di tutte a farsi carico, per un brevissimo periodo, di una quota parte dei rifiuti campani". Anche a questo punto, però, niente sarà davvero definitivo: secondo la legge del 2004 sulla gestione dei rifiuti, la competenza sul loro piano di gestione spetta alle singole province che possono porre veto anche se il presidente della Regione si è espresso favorevolmente in termini di solidarietà.
Si narra (fonte Repubblica di oggi) che Formigoni, presidente della Lombardia, non sia stato entusiasta della trovata leghista. E lo stesso vicesindaco di Brescia, Fabio Rolfi ha detto: "Ero contrario prima e rimango contrario ora".

Il cuore del Mediterraneo

"Napoli e la Campania sono il cuore del Mediterraneo". Lo ha ripetuto oggi il presidente Giorgio Napolitano, in visita nel capoluogo partenopeo in occasione del IV Simposio del Cotec, la Fondazione dell'innovazione tecnolociga che si è svolta al palazzo Reale di Napoli.
Alla presenza del Re di Spagna, Juan Carlos I e al Presidente del Portogallo, Anibal Antonio Cavaco Silva, Napolitano ha ribadito il suo impegno da presidente della Repubblica e oriundo di una città dalle mille difficoltà che ha voglia di guardare al futuro: "una città che ha purtroppo i suoi affanni ma è chiamata a un ruolo sempre vitale in quanto si affaccia sul Mediterraneo e dunque sui traffici marittimi, sugli scambi di beni e di idee, sulla creativita' ha fondato una parte essenziale del proprio sviluppo''.
"Napoli? È sempre bellissima", ha ribadito il re Borbone: "Mi tratterrei qui molto di più se il lavoro me lo consentisse - ha aggiunto il re - ma spero di tornare presto".

Il silenzio della stampa

La discarica di Sant'Arcangelo Trimone è attiva da pochi giorni, e già qualcuno ha provato a contaminarla con rifiuti tossici. E' successo ieri e si ripeterà nei prossimi giorni. Il solito Iodio 131, sostanza usata in alcune cure tumorali già riscontrata in spazzatura proveniente da Acerra ma raccolta a Napoli: lo stesso bloccato la settimana scorsa a Savignano Irpino (lì non vanno più perchè un cedimento della strada rende problematico il transito dei camion) e che, due settimane fa, aveva provato a passare la frontiera destinazione Germania.
Questa volta però i valori sarebbero più alti dei casi precedenti.
Colpa della negligenza o solo della svogliatezza. Magari la causa è da ricercare negli alti costi di trattamento dei rifiuti speciali che inducono in tentazione chi vuol risparmiare r trova più economico fare il furbo sperando che nessuno lo becchi. La domanda, però, è una sola: perchè non è ancora stato individuato il colpevole? Le zone ospedaliere diffuse sul territorio non sono luoghi off limits e svolgere i controlli alla fonte (nel momento stesso del ritiro della monnezza)aiuterebbe a individuare il colpevole in modo rapido e senza dubbi.
Invece i furbi si moltiplicano. Ieri (anche di questo nessuno ne ha parlato) 3 camion con i di pneumatici hanno tentato di sversare il loro contenuto nella discarica di Sant'Arcangelo.
Il sindaco Aldo Giangregorio ha ringraziato i vigili del fuoco per la solerzia con cui controllano il materiale che si affolla davanti alla discarica. Ma l'esercito non ci sarà per sempre.
E dopo?

mercoledì 25 giugno 2008

Paghi chi ha sporcato

"Chi sporca paga". Te lo insegnano da bambino. E' la regola più elementare per l'assunzione di responsabilità che segna l'ingresso nel mondo degli adulti.
Poi ci sono quelli che adulti lo sono diventati lo stesso, ma hanno continuato a ignorare le regole della più elementare buona educazione andando a sporcare a casa degli altri. Senza neanche pagare il conto. Anzi.
"Il governo approvando l’emendamento - ha osservato Tino Iannuzzi, deputato campano del Pd - ha dimenticato che per anni enormi quantità di rifiuti tossici sono stati depositati in Campania da tutte le regioni, con tante inquietanti illegalità". Associazioni culturali e ambientali hanno provato a presentare il conto dell'ingiustizia, illudendosi di toccare la corda partenopea del Presidente della Repubblica per spingerlo a lottare per fare chiarezza sulla situazione d'emergenza di un popolo umiliato da secoli e non già perchè suo popolo d'origine. Ma il messaggio non è stato recepito.
Chi governa il paese, oggi, è intenzionato sì a fare giustizia. Ma in modo creativo. Secondo Iannuzzi "la scelta della maggioranza di Governo di approvare l’emendamento anti Campania è grave e ingiustificata e rappresenta una chiara volontà di penalizzare la Campania e tutto il mezzogiorno. L’emendamento anti Campania, invece, indebolisce e contraddice l’impegno dello Stato con un meccanismo di restituzione del finanziamento mai visto nella nostra legislazione che distrugge ogni modello di federalismo solidale che, al contrario, presuppone solidarietà attiva e leale tra le regioni e responsabilità piena delle comunità".
Soprattutto perchè i veri beneficiari del fiume di denaro che ha investito la Campania in questi anni di emergenza non sono certo da ricercare tra Napoli e Caserta. Dietro il clan dei Casalesi che ha innescato il racket dei rifiuti nocivi c'è sempre stato chi quei rifiuti nocivi li ha prodotti ed ha cercato un modo economico e illegale per smaltirli. Sotto la monnezza che oggi affolla le strade di troppi comuni della Campania ci sono le aziende a cui è stata affidata la gestione dei rifiuti e delle discariche: tutte società del nord, che hanno beneficiato del denaro che non si curavano di guadagnarsi onestamente.
Chi ha sbagliato deve pagare. Lo ha deciso il Governo e la Campania non ha intenzione di tirarsi indietro. Chi ha pagato le tasse continuerà a farlo. Ma il discorso non può continuare ad essere a senso unico.
La monnezza ha una sua carta d'identità. E dal tipo di rifiuto è possibile risalire all'azienda che l'ha smaltito illecitamente. Dovrebbero essere previsti anche i finanziamenti statali per la bonifica dei siti campani occupati dai rifiuti tossici provenienti dal nord del paese.

La dittatura democratica

"Lo Stato difenderà la legalità usando la forza con l’esercito" è l'ammonimento di Berlusconi contro i presidi dei manifestanti definiti "anarchici". Chi protesta in modo pacifico e democratico contro una decisione che considera lesiva per la propria salute e libertà di onesto cittadino che rispetta la legge e paga le tasse oggi si scopre un criminale che sobilla l'ordine pubblico. Ma ha trascurato un dettaglio (lo hanno trascurato tutti i campani che sono scesi in piazza per protestare contro le decisioni prese da un govern che loro stessi hanno votato con una maggioranza bulgara già sapendo quali sarebbero stati i risvolti, le scelte e le azioni per togliere la spazzatura dalle strade). Che Berlusconi si cura di sottolineare:
"Non si può consentire a nessuna minoranza a occupare ferrovie e autostrade", ha detto il premier. Che però dimentica l'art.21 della Costituzione, la libertà di opinione e di pensiero, e la sentenza della Corte Costituzionale 126/1985 secondo cui "i soggetti titolari del diritto sono "tutti", cioè sia cittadini che stranieri, sia come singoli che in forma collettiva, poiché necessaria a dar corpo e voce ai movimenti di opinione concernenti interessi superindividuali ".
"Se siamo in questa situazione è per la follia demagogica del passato. Ora ho in mano la soluzione e non torneremo verso l’anarchia. Lo Stato non verrà meno al suo ruolo altrimenti cesserebbe di essere se stesso" ha aggiunto Berlusconi rivolgendosi all’assemblea di Confesercenti.
Questo, intanto, il punto sulla situazione:
a Chiaiano continua il blocco della strada che porta alle cave scelte per la discarica.
Nuovi focolai di protesta si stanno accendendo ad Agnano, sede prescelta per il termovalorizzatore cittadino.
Un corteo di auto partito da Pozzuoli alla zona ospedaliera a passo di lumaca ha bloccato per ore il traffico sulla tangenziale, simulando il traffico che sarà creato dagli autocompattatori che passeranno da Chiaiano e Marano.
A Napoli un emendamento al regolamento sulla tassa rifiuti limita le possibilità dei cittadini di chiedere il rimborso del 60 per cento del tributo in caso di gravi inadempienze. E' sufficielnte che i rifiuti siano raccolti una volta al mese per ritenere effettuato il servizio e sciogliere la società di raccolta dalla denuncia di inadempienza.
A Sant’Arcangelo Trimonte, in provincia di Benevento, la nuova discarica ha ricevuto il battesimo della monnezza. Controllata dai militari dell'esercito, però. Chusa in misura quasi definitiva l(non si può mai essere certi di niente) a discarica di Serre, in provincia di Salerno: doveva chiudere nei prossimi giorni, lo stop è stato anticipato da Bertolaso per problemi strutturali all’impianto. La notizia è dell'Ansa.

martedì 24 giugno 2008

Napoli circondata dai "servizi"

Sotto la minaccia del dl sull'emergenza rifiuti che ha visto la luce proprio a Napoli come primo lavoro legislativo del berlusconi quater, il sindaco Rosa Russo Iervolino si è pronunciata ieri sulla scelta del luogo condannato ad ospitare l'inceneritore che salverà la città dalla sua monnezza. Lo ha fatto nell'ultimo giorno utile stabilito dall'ultimatum (30 giorni dopo la pubblicazione del decreto) e la sua scelta è caduta su Agnano perchè - si legge su Repubblica (vedi articolo) "ha una bassa densità abitativa, è facilmente accessibile per la vicinanza alla tangenziale e non sono necessari interventi di bonifica".
Ma bisogna precisare, visto che con "bassa densità abitativa" si intende tra le mille e millecinquecento anime per chilometro quadrato, e la tangenziale di Napoli che attraversa il cuore della città con un traffico non sempre molto fluido. L'area individuata in via Scarfoglio, nell'ex spaccio della Nato, è una vasta superficie dismessa che fa parte del piano di recupero urbano: considerata zona paesaggistica dalla Sopraintendenza dei beni culturali perche fa parte del Parco dei Campi Flegrei, è a poca distanza da Bagnoli, dalle infrastrutture sportive della città, dalla Cittadella delle Scienze e dalla Mostra d'Oltremare.
Il nuovo termovalirizzatore sarà pronto in 3 anni ed allora Napoli risulterà "circondata dai servizi", come ha affermato, in tono forse amaro, il sindaco Iervolino. Amaro, sì, perchè i "servizi" a cui allude sono a Nord la discarica di Chiaiano, a est la centrale elettrica di Vigliena e a Ovest l'inceneritore di Agliano.
Il Corriere della Sera (leggi)ha un tono ironico quando racconta la beffa di cui Napoli sta diventando protagonista. Perchè l'inceneritore è vicino alle case, "ma anche a Vienna e a Brescia è così". Allora una delegazione di 23 persone valuterà nei prossimi giorni le condizioni degli abitanti di Brescia e una delegazione austriaca spiegherà ai buzzurri napoletani i vantaggi di avere un inceneritore vicino casa. Assieme alla buona notizia arrivata dalla politica nazionale che ha approvato l'emendamento della lega sui finanziamenti per le emergenze: "Le regioni dovranno risarcire lo Stato dei soldi, restituire parte dei fondi per fronteggiare l'emregenza attraverso un minor trasferimento di fondi dal Tesoro alle regioni".
Gli abitanti della Campania, infondo, possono definirsi un popolo fortunato: l'inceneritore di Acerra sarà completato e messo in servizio entro la fine del 2008 (gestito dalla Fibe Impregilo, sotto processo per il cattivo svolgimento del servizio che sta effettuando da oltre 5 anni), i collaboratori di Bertolaso hanno accolto l'incarico di supervisione della proposta di un inceneritore ad Avigliana, che sarà realizzato nell'arco dei prossimi 3 anni, l'esercito si prepara a presidiare la cava di Chiaiano ormai discarica confermata e altri due inceneritori sorgeranno a Macchia Soprana in provincia di Avellino e nel cuore di Salerno. Una bomba ecologica con poche prospettive

lunedì 23 giugno 2008

Chiaiano, la discarica si farà

Il giorno della verità è venuto e passato. Tutto secondo le aspettative, incluso il dialogo conciliante tra i sindaci delle città attorno alla Selva di Chiaiano e il sottosegretario Bertolaso. Incluso il responso che ha chiuso l'incontro pseudo democratico. La cava di Chiaiano ospiterà una discarica in piena regola, o almeno con quella parvenza. Capace di ospitare 700mila tonnellate di monnezza "talequale" a partire dal prossimo autunno.
Stando alla narrazione di oggi sul Corriere della Sera (leggi l'articolo), i sindaci si sono allontanati "soddisfatti" dopo il pacifico colloquio con cui Bertrolaso gli aveva fatto presente l'ineluttabilità di quella decisione. "Ci ha detto che non poteva permettersi di saltare Chiaiano, altrimenti qualunque altro posto nel quale andrà a conferire i rifiuti si ribellerà come abbiamo fatto noi", hanno riferito.
"Niente monnezza prima di fine estate", ha rassicurato Bertolaso. "E, comunque, non prima di aver bonificato la cava". Non verranno sversate più di mille tonnellate al giorno, e in orari diversi da quelli della congestione del traffico cittadino. Il prossimo anno il tal quale si trasformerà in semplici rifiuti secchi differenziati, e tutti continueranno a vivere felici e contenti.
La sensazione, però, è di una sconfitta camuffata da pareggio. Di una benevola presa per i fondelli, per parlarsi chiaro.
Secondo i comitati per il no alla discarica "L'annuncio della bonifica della cava ha l'implicito significato di una sua non idoneità". Una tesi che loro sostengono dall'inizio e, intanto, fanno appello a Giove Pluvio. Il dio della pioggia. "Perchè - dicono - se piove siamo apposto".
Il ripetersi del diluvio che si è verificato nella notte tra il 6 e il 7 gougno sarebbe la conferma esplicita della non idoneità del luogo. Quella notte di appena 2 settimane fa sono precipitati sulla cava 1.200 metri cubi di acqua e il giorno dopo, di tutta quella pioggia, non ne era rimasta neanche una goccia. Più permeabile di così?
"Ci si intestardisce su Chiaiano per difendere un piano rifiuti indifendibile", è l'osservazione di ivo del centro sociale Insurgentia. E se Giove Pluvio non concede la grazia, ci pensano loro con un bell'esposto alla procura per dimostrare la non idoneità del sito a divenatre un monnezzaio.

sabato 21 giugno 2008

Il giorno della verità

Sta per terminare il conto alla rovescia. L'appuntamento, per i cittadini di Chiaiano e per gli abitanti dei comuni limitrofi al quartiere napoletano, è per domani alle ore 17. Nella sua sede di Palazzo Salerno il sottosegretario all'emergenza Guido Bertolaso incontrerà i sindaci "per illustrare i risultati delle indagini svolte sulla cava che nelle intenzioni della struttura guidata dal sottosegretario dovrebbe ospitare 700 mila tonnellate di rifiuti".
Il sospetto, ventilato già martedì da un comunicato della protezione civile, è che il responso sia positivo e la collina di Chiaianio, le sue cave di tufo permeabili come spugne, diventeranno la cloaca della monnezza e l'esempio lampante del nuovo scempio a cui il governo condanna un'intera regiione. Da lunedì dovrebbero prendere il via le operazioni di impatto ambientale e di progettazione per fare della vecchia cava in tufo del poligono uno sversatoio capace di ingoiare rifiuti. Potrebbe essere l’epilogo di una vicenda cominciata più di un mese fa, ma anche l'inizio di una nuova battaglia.
"Andiamo all’incontro di domani - dice il sindaco di Marano Salvatore Perrotta - con immutata fiducia in Bertolaso. Ma restiamo convinti che la cava del poligono presenti gravi criticità sia dal punto di vista geologico che urbanistico e viario, oltre alla vicinanza con gli ospedali, e alla palese violazione delle norme europee che impediscono la realizzazione di discariche nei centri urbani".
Intanto è passata completamente sotto silenzio stampa la marcia di protesta pacifica da Acerra a Napoli, assieme alle sue decine di proposte alternative alle discariche e agli inceneritori. Oltre 300 persone hanno sfidato il caldo e sopportato il lungo percorso per raccontare le loro ragioni. Ma questi sono argomenti che non interessano il governo, evidentemente.

Pino Daniele testimonial della raccolta differenziata

Pino Daniele, col suo blues e i testi delle canzoni, è il simbolo di una città che ha voglia di farsi conoscere non soltanto per i fatti negativi di cronaca e mala politica che ogni giorno sono le uniche notizie sulle pagine dei giornali. Per questo il cantante napoletano di fama intenazionale ha deciso di festeggiare i suoi primi 30 anni di carriera in Piazza del Plebiscito, a Napoli, e diventare testimonial della campagna "Napoli non è una carta sporca" promossa dal ministero dell'Ambiente a sponsorizzare l'avvio della raccolta differenziata.
I biglietti per il concerto non sono gratuiti, ma non si pagano con il vile denaro. I seimila ticket possono essere acquistati con i rifiuti riciclabili: lattine di alluminio usate, di bottiglie di plastica, di materiale di carta sono l'obolo da pagare per diventare testimo dell'evento.
A distribuire i biglietti saranno le associazioni di volontariato presenti sul territorio napoletano che si sono distinte per le azioni di promozione della corretta gestione dei rifiuti e per le raccolte simboliche dei materiali da riciclare. Durante il concerto verrà effettuata la raccolta differenziata mentre il ministro dell’Ambiente sta pensando a un’azione per compensare le emissioni di gas serra prodotte dal concerto con interventi di verde pubblico cittadino.
"Quando ho lanciato un appello ai volti noti napoletani, Pino Daniele ha bruciato i tempi, organizzando un concerto dedicato alla raccolta differenziata. Ci siamo subito sentiti ed è partita l’iniziativa", ha detto il ministro Stefania Prestigiacomo.
Ma Pino Daniele non sarà l'unico protagonista della festa nel cuore di Napoli. Accanto a lui, sul palco, si alterneranno due figure emblematiche del panorama musicale partenopeo: Gigi D'Alessio e Nino D'Angelo.
"La musica unisce, abbatte le barriere e crea un linguaggio universale. L’invito che ho ricevuto da Pino Daniele per partecipare al suo concerto-evento del prossimo 8 luglio in Piazza del Plebiscito, rappresenta per me un motivo di grande soddisfazione. La stessa piazza che mi ha già visto protagonista in due miei concerti, sarà la cornice più idonea per ospitare un grande artista partenopeo come Pino Daniele, che ha voluto dividere con me e con altri straordinari colleghi il suo palco" ha detto Gigi D’Alessio.

venerdì 20 giugno 2008

Dagli angeli agli psicologi della monnezza

Dopo i mille "angeli della monnezza", i volontari promessi da Berlusconi nella conferenza stampa dell'11 giugno che dovrebbero sostituire i netturbini inefficienti, arrivano a Napoli anche gli psicologi della monnezza. La notizia l'ha data oggi IlSole24Ore (leggi l'articolo): le associazioni di volontariato degli psicologi delle regioni Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige,Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Lazio (Tutte al centro-nord) saranno così magnannime da inviare i loro esperti (neolaureati di primo livello) a illuminare l'ignoranza meridionale sulle buone pratiche della raccolta differenziata e sull'impossibilità di qualsiasi altra soluzione contro l'emergenza rifiuti se non chinare la testa e imparare le regole delle società civili e progredite. Viaggio, vitto, alloggio a carico della Protezione Civile, finanziato dai fondi messi a disposizione per fronteggiare l'emergenza rifiuti ("anche questa è una lezione di cultura" direbbe Saviano?)
Ci illumineranno della loro somma sapienza e finalmente potremo vedere la luce, nonostante l'ignoranza e il lerciume che ci appannano gli occhi e il cervello.
Lo ha deciso Guido Bertolaso, contattando le associazione "Psicologi per i Popoli" e concordando l'invio di 300 "esperti", anche col minimo della formazione per essere definiti psicologi.
Nel corso dell'incontro per la presentazione del progetto si è discusso anche della sua fattibilità. La scorsa domenica a Bologna. «A fronte di 65mila iscritti e decine di migliaia di laureati in formazione, ci saranno 300 volontari psicologi per questa mobilitazione eccezionale?», si chiedono un po' retoricamente i responsabili di psicologi per i popoli? La chiusa, però, è ancora più rivelatrice: «Se pensi di poter essere tra questi 300 coraggiosi invia la tua adesione con i tuoi dati a psicologivolontari@gmail.com».
Riusciranno i nostri «coraggiosi» eroi (si chiede Il Sole) a somministrare ai riottosi napoletani le regole basiche della raccolta differenziata?
Non si è fatta attendere la replica de LaDestra campana:
"Piuttosto che fornire elementi alla Magistratura per punire in maniera esemplare i responsabili del disastro rifiuti in Campania- afferma Bruno Esposito - e magari fornire anche qualche risultato apprezzabile che non si è visto ancora, il sig. Bertolaso, arruola trecento psicologi perchè vengano nelle popolazioni barbariche della Campania per partecipare alle iniziative informative, culturali e di sensibilizzazione che accompagneranno l’avvio della raccolta differenziata presso la popolazione". Dopo la farsa dei "mille angeli della raccolta differenziata", saranno gli psicologi della monnezza a spiegare agli incivili meridionali come si fa con la spazzatura. Iniziative ridicole come questa sottointendono che le responsabilità siano dei cittadini da educare e non di chi ha malgovernato".

giovedì 19 giugno 2008

Gli editoriali di Libero

Presa di posizione dura, intollerante, anche un pò razzista. Dalle pagine di Libero, attraverso gli editoriali di Vittorio Feltri (leggi), piovono le accuse ai campani, "piagnoni e superbi". Devotamente dediti all'attività "del lamento e del piagnisteo" che funziona sempre. Il direttore di Libero si dice stanco e indignato da questo atteggiamento stantio di immobilismo e sarebbe tentato a gettare la spugna (un pò come Giorgio Bocca nell'editoriale del venerdì di Repubblica del 13 giugno). E il ragionamento fila: se non si impegnano loro a fare la raccolta differenziata e a risolvere il problema della monnezza quantomeno autorizzando l'allestimento di discariche nel cuore di riserve naturali o a pochi passi dai centri urbani densamente popolati, giusto per far fare bella figura all'Italia con la scusa di aver tolto almeno la monnezza dalle strade, perchè dovrebbe pensarci qualcun altro a ricolvere il problema?

Vittorio Feltri trascura qualche dettaglio. Quelli che parlano dell'emergenza rifiuti, dal primo all'ultimo, scrivono gli articoli dell'ambiente sbiadito di una redazione, attaccati alla tastiera e rielaborano con maggiore o minore competenza stilistica le stesse notizie delle agenzie stampa. Non sanno com'è veramente la situazione. Non vogliono sapere che domenica i tecnici che studiano la fattibilità di allestimento di una discarica a Chiaiano si pronunceranno in contemporanea con la partita di calcio della nazionale. Come hanno fatto per il raggiungimento della falda acquifera. I meridionali sono così, passionali, e si distraggono facilmente con altri interessi.
"Ma anche se ci sarà l’annuncio che tutto è stato risolto" annuncia Ivo Poggiani, uno dei leader dei Comitati , all'interno di una articolo pubblicato soltanto dal quotidiano Il Mattino (leggi)"non andremo a casa. La partita non si chiude unilateralmente". E' giò pronta una marcia popolare da Acerra a Napoli per uscire dall'emergenza rifiuti in Campania. È I 1000 del Si, l'iniziativa promossa per sabato dal coordinamento regionale rifiuti della Campania e dalla Rete Campana Salute e Ambiente. "La marcia - si legge in una nota diffusa dai promotori - vuole dimostrare che per ogni no che opponiamo a scelte sbagliate, come megadiscariche ed inceneritori, esistono tanti si a provvedimenti efficaci e ragionevoli per togliere l'immondizia dalle strade senza danneggiare ulteriormente il territorio regionale e così uscire definitivamente dall'emergenza".
Numerose le proposte alternative all'ennesima ferita che il governo si appresta a infliggere alla regione flagellata dalla tragedia della monnezza:

  • riduzione immediata di imballaggi e monouso superflui,
  • l'avvio della raccolta differenziata porta a porta a partire dalla separazione tra secco e umido (il resto è possibile effettuarlo in appositi siti di stoccaggio con un risparmio di tempi e risorse oltre che semplificazione della gestione di raccolta)
  • la realizzazione di impianti di compostaggio
  • la riconversione degli impianti cdr in strutture per il trattamento meccanico-biologico
  • la bonifica dei territori devastati dai rifiuti tossici

Secondo Vittorio Feltri, invece, "è assurdo che il popolo non accetti l'idea che servano le discariche e gli inceneritori per risolvere il problema". A lui l'alternativa sembra "vivere come ratti nella sporcizia". Come se l'unica situazione possibile sia ammazzarsi lentamente con le polveri sottili emesse dagli inceneritori, come se non lo stessero già facendo i tumori causati dai rifiuti tossici. Tertium non datur. Eppure non è così.

Il tertium l'ha dato Berlusconi. "Appena entrato a Palazzo Chigi ha cercato di mantenere quanto aveva promesso: ghe pensi mi".

Ha nominato Guido Bertolaso commissario conferendogli i poteri necessari (Bertolaso era già stato supercommissario e la sua vice è indagata per la cattiva gestione dell'emergenza); ha indicato i siti da cui ricavare le discariche (gli stessi già indicati in precedenza e risultati non idonei perchè già inquinati o già saturi); ha stabilito i tempi di realizzazione dei termovalorizzatori (come se fossero la panacea per tutti i mali e non l'ennesi danno che alimenta il business delle ecomafie); ha stanziato somme adeguate (che la Lega, con l'emendamento proposto al dl sull'emergenza rifiuti, pretende che la Campania restituisca, "per sensibilizzare la buona gestione dei politici locali" e far pagare ai campani lo scotto delle malefatte delle industrie del nord).


Le proteste dei cittadini che manifestano democraticamente le loro ragioni sono in realtà "il belato dei codardi che incita i prepotenti ad alzare la voce.

Napoli invocava lo Stato? Eccolo, lo Stato. Il suo compito è garantire l'ordine, e l'ordine sarà ripristinato. Siccome dal '68 l'Italia è abituata ad abbassare la testa (con un atteggiamento che, forse, sembrerebbe democratico), è il momento di farsi rispettare. Pazienza per la Campania, che sarà la prima di una lunga serie di regioni a cui impartire la punizione per l'anarchia che si è respirata per quarant'anni.
"Coraggio, signor premier, tenga duro. Siamo con lei".

I capelli di Bassolino

Il suo parrucchiere ha azzardato un trattamento di colorazione soft, e il colore dei capelli di Antonio Bassolino è finito in prima pagina come la notizia più interessante degli ultimi giorni. Dal Corriere della Sera a Repubblica (leggi l'articolo) non si fa che discutere sul significato politico o ideologico di questo nuovo look. Colpa della vanità, consiglio del mediatico assessore Velardi o esigenza di un colpo di scena che distolga l'attenzione da problemi più gravi, il risultato ha colpito nel segno: piccoli e grandi giornali non parlano d'altro.

Ieri, a eccezione di Repubblica, nessuno si è ricordato di scrivere che oggi si sarebbe pronunciato il tribunale della Corte d'Appello di Napoli sul Processo Spartacus.

Non che sarebbe cambiato molto, dopotutto. Perchè ho paura che non cambierà molto neanche per la Campania e gli sporchi affari della Camorra: Francesco Schiavone Sandokan, in galera da tempo e condannato all'ergastolo in secondo grado per una piccolissima parte dei reati commessi, continua a dirigere con autorità ed efficienza il traffico d'affari del clan. Come fanno i due boss latitanti. Come, prima di loro, ha fatto Raffaele Cutolo, il riformatore del sistema camorristico campano, che ha fondato il suo clan proprio dal carcere dove era detenuto per omicidio ed è dovuto evadere per qualche anno soltanto per rinsaldare da latitante l'impero costruito a distanza.

Una storia che si ripete e che, purtroppo, l'azione legale trova difficoltà a contrastare. Il processo Spartacus, infondo, ha punito dei reati commessi dal 1988 al 1992. Roba vecchia. Chi pagherà per i delitti che, nel frattempo, ha dovuto subire la Campania e l'Italia intera? Chi pagherà per le ingiustizie che ogni giorno si consumano per le strade, e contro cui la magistratura ha le mani legate dagli ultimi itnerventi legislativi che bloccano i processi, imepdiscono le itnercettazioni e, di fatto, imbavagliano i magistrati?

Domande retoriche, inutili. Basta non parlarne. Tutti i problemi del sud si risolveranno entro luglio. Parola di presidente.

mercoledì 18 giugno 2008

Processo Spartacus e la svolta verso la legalità

Si chiuderà domani il penultimo capitolo del Processo Spartacus. Sta per pronunciarsi tra qualche ora la Corte d'Appello del Tribunale di Napoli, per confutare o riconfermare le condanne al Clan dei Casalesi, il nome dato ai camorristi hanno collocato la loro centrale operativa a Casal di Principe, in provincia di Caserta.
La notizia è su tutti i giornali (leggi l'articolo su Repubblica ). Da quando, nell'ottobre 2006, Roberto Saviano ha detto di essere stato minacciato di morte a causa delle scottanti rivelazioni scritte nel saggio - denuncia "Gomorra" (pubblicato diversi mesi prima e confinato a prender polvere negli scaffali delle librerie di periferia fino a quel momento) e da allora è sotto scorta ma si è trasformato in un giornalista e scrittore alla moda, i Casalesi e il Processo Spartacus sono il fatto di cronaca più interessante. Il più letto. Il più seguito. E milioni di italiani attenderanno il responso del giudice per il secondo atto di una vicenda giudiziaria originata dalle indagini condotte dal 1993 al 1998 dalla Procura Antimafia di Napoli (a partire da quelle prime condotte dal pm Franco Roberti - su cui si è espressa in primo grado la procura di Santa Maria Capua Vetere.
Otto anni di processo, 95 condanne tra cui 21 ergastoli. in carcere già 2 dei 4 capi del clan: Francesco Schiavone detto Sandokan e Franco Bidognetti, Cicciotto 'e mezzanotte, la cui compagna è diventata una collaboratrice di giustizia. Ancora latitanti Michele Zagaria, Capatosta, e Antonio Iovine, 'o ninno.
Grazie ai documenti che sono nelle mani della Procura, domani potrebbe chiudersi in via semidefinitiva (resta ancora la Corte di Cassazione per un eventuale ricorso delle parti) un grosso e spiacevole capitolo della storia campana. L'Italia interà potrebbe risollevarsi dopo un nuovo maxiprocesso contro la malavita organizzata come nei gloriosi tempi dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Lo stop definitivo al giro d'affari da 30 miliardi di euro (che ha fatto allargare l'indagine alle decide di procedimenti penali paralleli su connivenze, appalti truccati, estorsione, smaltimento illecito di rifiuti speciali omicidi, appalti, droga e truffa allo stato) potrebbe riscrivere la storia di un paese intero. Una storia con tanti se e molti ma, dove l'articolo che occupa 3 pagine del quotidiano Repubblica di oggi è firmato da Roberto Saviano, lo scrittore che ha lucrato sulla tragedia di un popolo ripetendo le storie che si leggono tutti i giorni sui quotidiani locali e che la stampa nazionale non si è mai degnata di leggere. Di più: l'articolo che parla del processo Spartacus è rifilato tra le pagine di R2, quelle destinate alla cultura, ed ha la firma originale di un "copyright" di Roberto Saviano. Pubblicato con gli arrangiamenti, correzione, revisione, aggiustamenti, aggiunte ed espedienti vari di un agente letterario.
In casi come questi la cronaca giudiziaria sarebbe meglio lasciarla fare ai giornalisti, piuttosto che scrivere tra le pagine di un quotidiano la bella pagina di un romanzo d'autore dove, alla fine della storia, il protagonista cattivo ha paura della punizione divina, si pente di tutte le sue colpe e fa la spia.