martedì 15 aprile 2008

La mozzarella di Sofia Loren


Su "Chhi" di questa settimana Sofia Loren mette in guardia i suoi fan: "Giù le mani della mozzarella".

L'articolo di Nicoletta Sipos è il servizio di apertura del settimanale cult della Mondadori:

"Se la provo? Ma certo... che cosa può esserci di male nella mozzarella?" Sofia Loren, la diva che tutto il mondo ci invidia, si confronta con la mozzarella.

Chi ha l'abitudine di intimidire i Vip con l'arma dei latticini di bufala, come se si trattasse di un'arma radioattiva!


Sofia sembra davvero divertita all'idea di fare una foto con quella piccola palla bianca e morbida, giusto per smontare le polemiche di questi giornisulla delizia gastronomica campana per eccellenza. E con molto spirito sta al gioco. "Me la faccia vedere meglio, questa meraviglia"

La Loren controlla che si tratti veramente di mozzarella di bufala dop che, grazie ai controlli ancora in corso in questi giorni, è l'unico prodotto italiano che può definirsi veramente sicuro. Nessuno ci assicura la qualità degli alimenti padani, irrigati con le acque più inquinate d'Italia (vedi l'Espresso, febbraio 2008)


"Ha l'aria di essere fresca - continua Sofia - Per una foto poso volentieri, se può dare una mano a Napoli. Del resto, io la mozzarella continuo a mangiarla tutti i giorni. Questo fracasso allarmistico non mi spaventa affatto". ....

D. "Che cosa pensa dei problemi di Napoli, dall'immondizia alla diossina?"

R. "Finiamola di parlare male della mia città. Le critiche di queste ultime settimane mi hanno fatto male al cuore. Napoli rappresenta l'Italia in tutto il mondo. E io sono orgogliosa di essere italiana e napoletana. Napoli ha grandi risorse, che le permetteranno di rinascere. Non meritava certo una campagna denigratoria così feroce e non la meritava certo al sua gente, che è bella dentro e fuori".

Storie di termovalorizzatori

lunedì 14 aprile 2008

Elezioni: Campania ago della bilancia


Fa un certo effetto sentirsi addosso gli occhi di tutta l'Italia. Gli esiti del futuro della penisola sono in bilico qui, nelle regioni del sud che potrebbero passare da uno schieramento all'altro per colpa di tutti i problemi di malgoverno che, si dice, avrebbero creato il problema da cui il sud non riesce a venir fuori. Gli exit poll parlano di un testa a testa dai picchi agghiaccianti per la Lega Nord a favore di federalismo fiscale e devolution.
I leader di tutti gli schieramenti politici si sono scontrati qui, passando sotto silenzio o cocnentrando l'attenione sui problemi e le soluzioni, il riscatto che tutti promettono possibile se solo si avesse il coraggio di voltare pagina.
A sud è una cosa che succede ogni giorno: voltar pagina per andare avanti nonostante tutto. Nonostante tutti. A capirlo ed a voltar pagina dovrebbero essere loro, i politici dell'uno o dell'altro schieramento che domani siederanno ritti sulla loro poltrona guadagnata col sudore e il sangue dei meridionali. Chiediamo a loro un esame di coscienza, perchè non convene a nessuno continuare a trasformare il sud Italia in un pese che il paese deve continuare a trascinarsi dietro....

Il caso mozzarella

Il Venerdì di Repubblica si diletta a somministrare questionari d'opinione ai propri internauti. Tra le domande più cliccate "Il caso mozzarella":
La possibile presenza di sostanze pericolose condiziona le vopstre scelte alimentari?

SI: 82,2%
NO: 17,8%
VOTANTI: 7.210

martedì 8 aprile 2008

Mozzarella stop 3: i primi risultati sono negativi

Una settimana di blocco della produzione casearia in provincia di Napoli, Avellino e Caserta. Controlli a tappeto in 265 caseifici campani. E ci sono anche i primi risultati: 17, tutti negativi.
La presenza di diossina nel latte delle bufale campane è al di sotto dei livelli di guardia consentiti dalla severissima Unione Europea, ma questo non significa meccanicamente una ripresa della produzione.
Nei prossimi giorni lo stop riguarderà, per assurdo, l'intera provincia di Salerno che non è mai stata oggetto di emergenza rifiuti o incenti di monnezza che ha causato al cosiddetta proliferazione di diossina.
Il responso definitivo è dei prossimi giorni, ma l'onore non lo salva nessuno. I soldi persi assieme alla faccia non li restituiranno a un prodotto Dop famoso in tutto il mondo. Vogliamo chiederci, adesso, di chi è veramente la colpa?

venerdì 4 aprile 2008

Il business del pane

Notizia vecchia di 6 mesi: a ottobre i carabinieri del comando provinciale di Napoli hanno condotto un blitz contro i forni abusivi che producono il pane in condizioni igieniche discutibili. L'espresso di oggi (leggi), però, presenta la notizia come lo scoop dell'ultima ora.
Eccon invece la rassegna video del blitz datato ottobre 2007 (guarda)




Pare brutto non parlare male della Campania questa settimana! Mica è sufficiente sparare a zero soltanto sugi eccelsi viticoltori del cuneese e di altre benemerite aziende produttrici di rinomati vini che, per produrre le loro meravigliose bevante a prezzi commerciali, hanno utilizzato sostanze chimiche, concimi, fertilizzanti e acido muriativco diluiti nell'eccelso brunello per trasformarlo in un veleno a effetto ritardato?
Il business del pane è un'evidenza sotto gli occhi di tutti, e l'indagine della camorra ha fatto conoscere i numeri di un affare da mezzo miliardo di euro. A fronte di 1.300 forni legali sono 2.500 quelli illegali. Gestiti - dicono i servizi televisivi datati ottobre 2007 - da proprietari in odore di camorra". Vox populi. Niente di accertato. Ma fa effetto raccontarlo. La notizia colpisce l'ascoltatore.
Ma non prendiamoci in giro! Quella del pane casereccio di dubbia provenienza è una situazione sotto gli occhi di tutti, però hanno dovurto aspettare l'istituzione di un numero verde e la segnalazione degli utenti per accorgersi della situazione.
L'indagine sul pane è una verità scottante raccontata male e gestita peggio. Si tratta dell'ennesima bastonata mediatica sull'economia meridionale che prova a sopravvivere alla malepeggio con tutti che gli remano contro. Con questo non sto difendendo a spada tratta una situazione indifendibile: girare per strada e imbattersi in venditori ambulanti che, accanto ai cassonetti della spazzatura e in mezzo al traffico, vendono fragole e pane ai passanti è un crimine. Ma c'era bisogno di un numero verde per accorgersi che ci sono a ogni angolo?
Rattrista scoprire che quello stesso pane è prodotto talvolta in condizioni igieniche precarie, in panifici abusivi, ma la camorra non può essere considerata l'attenuante o la causa di tutto.
La storia del legno ricavato dalle bare dei defunti è il cavallo su cui Libero ha marciato due mesi fa indicando come fonte anonime "voci di popolo".
Queste voci non convincono chi legge gli articoli con una certa attenzione e sa di cosa si sta parlando. Le immagini del video pubblicato sull'Espresso on line (vedi) sono sulla linea di confine: da una parte la messa in discussione di uan panetteria "casereccia" che non rispecchia il clima asettico dell'assenza di sapori e odori. Dall'altra il forno collocato in un sottoscala sporchissimo. Le due realtà non possono essere messe sullo stesso piano, direi. Se non che, in entrambi i casi, si tratta di panetterie abusive, non registrate, i cui proprietari non pagano le tasse. E, ovviamente, hanno dei dipendenti in nero.
L'espresso però ha trovato delle aggravanti!

  • Utilizzano lievito avariato: il giornalista forse ignora che il lievito avariato non fa lievitare l'impasto: utilizzarlo sarebbe come buttare il risultato di una giornata di lavoro!

In una panetteria erano impegati 4 lavoratori non in regola con precedenti penali e 1 immigrato clandestino: da questo hanno dedotto la collusione con la camorra.






martedì 1 aprile 2008

Mozzarella stop 2: non vale per l'agro pontino!

Il blocco totale di tutti i caseifici campani è una risoluzione approssimativa e ingiusta che ha l'intenzione di affossare un'intera economia? Se lo domandano scetticamente le decine di allevatori bufalini della Piana del Sele, in provincia di Salerno dove il problema dei rifiuti non è mai esistito, che protestavano oggi davanti alla Prefettura della provincia. Non si spiega diversamente la risoluzione predisposta dal ministero della Saklute in accordo con bruxelles.
"Il blocco è inaccettabile perchè scaturisce dal presupposto di colpevolezza degli allevatori - spiega Antonio Orolotti, presidente di Cooperativa Paestum - E' ingiusto che a pagare siano gli allevatori della provincia di Salerno che nulla hanno a che vedere con le vicende di queste settimane. In questo modo si affossa un intero settore e una intera regione".
Viene da dire che si tratta di un vero boicottaggio dell'economia campana. Visto che, è notizia ANSA di pochi minuti fa, "poiché il latte delle bufale dell'agro-pontino non è considerato a rischio i caseifici campani potranno continuare a utilizzarlo per produrre le mozzarelle di bufala". A spiegarlo è stato il sottosegretario alla salute, Giampaolo Patta.
Per valutare e decidere l'entità dei danni che subiranno gli altri imrpenditori del settore caseario verrà istituito un tavolo di trattativa. Ma c'è tempo. Non è poi così urgente prendere decisioni su uno dei settori fondamentali di una regione che non ha poi tanta importanza.
Magari ne parliamo dopo la campagna elettorale....

Mozzarella stop, un'economia i crisi

Un piano sanitario ad hoc. Prelievi antidiossina a raffica sull'intera filiera. Controlli a tappeto e blocco del mercato. L'unione Europea chiede, l'Italia risponde. E l'economia campana continua a sprofondare.
Ma soltanto per rialzarsi con la coscienza pulitra e l'orgoglio di chi a intenzione di superare l'esame col massimo dei voti.
"L'alt è temporaneo - tranquillizza l'articolo che si legge oghgi sulle pagine di Repubblica (leggi) - riguarda tutti, buoni e cattivi, senza distinzione, e interrompe un legame rimasto rimasto ininterrotto per secoli per gli appassionati dell'oro bianco. La mozzarella di bufala dop". La decisione prende in contropriede i produttori, perchè si tratta del primo provvedimento di tal genere adottato sui prodotti d'eccellenza d'Italia.
"L'Europa ci chiede di certificare la sicurezza del prodotto e noi dobbiamo farlo", ha fatto notare oggi Paolo De Castro, il ministro delle Politiche alimentari.
L'industria casearia campana si bloccherà per giorni, con perdite milionarie.
"Siamo d'accordo sui controlli a tappeto, ma è assurdo bloccare il commercio di mozzarella di bufala per 15 giorni: questo stop significa che la mozzarella di bufala non tornerà più sulle tavole degli italiani" è la protesta di Giuseppe Politi, il presidente della Confederazione italiana agricoltori. "Oppure va trovata una forma di ristoro, ci vogliono almeno 400milioni di euro per le aziende, gli allevatori e i caseifici che altrimenti finirebbero fuori mercato"
"Subito lo stato di crisi" è la richiesta della Cia a De Castro. Il presidente della confederazione ha richiesto:

  • La copertura dei danni subiti dagli allevatori per tutto il periodo dell'emergenza;
  • La notifica preventiva a Bruxelles per attivare gli itnerventi necessari;
  • L'obbligo di ritiro del latte da parte dei caseifici e conseguente obbligo del pagamento del prodotto al prezzo attuale per evitare ogni tipo di speculazione;
  • La proroga delle cambiali agrarie e di tutte le scadenze tributarie e previdenziali.

La fonte delle ultime dichiarazioni è l'ANSA di oggi. Cosa diranno, domani, i quotidiani del nostro Belpaese?

Parlar male di una città non è reato


Parlar male di una città e dei suoi abitanti non è reato. Diffamare luoghi stupendi, mettere in ginocchio un'economia, distruggere il turismo e una specialità alimentare protetta, abbinare una terra all'immagine deplorevole con cui è stato bombardato il mondo negli ultimi mesi diventa un'azione tollerabile. Anzi, tollerata.
Allora possiamo parlar male di milanesi, torinesi, triestini, bolognesi, fiorentini, romani e palermitani. Chi ha l'abitudine di parlar male degli altri forse pensa si tratti di un'usanza costruttiva, che la magistrastura ha confermato.
I giornali passano la notizia sotto silenzio. Ma lo ha ribadito ieri il Pm Maria Cristina Palaia quando ha archiviato la denuncia di Antonio Pagano, presidente dell'Associazione culturale "Due Sicilie" (visita il sito), che si era sentito leso dall'insulto di Calderoli. Secondo l'ex vicepresidente del Senato Napoli è "una fogna da bonificare, infestata da topi da eliminare con qualsiasi strumento, e non solo fingere di farlo perchè , magari anche i topi votano". Ma, sempre secondo Calderoli, "qualsiasi trasferimento di risorse a questa città sarebbe assurdo e ingiustificato"
Vabbè che stiamo parlando di un leghista abituato, per suo stesso dire, a fare e pronunciare "porcate". Ma tutto ha un limite.
Secondo il Pm, invece, "Occorre che la persona a cui l'offesa è diretta sia determinata ovvero individuabile. Il reato non si configura se l'atteggiamento che si ritiene denigratorio e lesivo sia riferibile a una generalità di soggetti non identificabili specificamente".
L'associazione Due Sicilie non ci sta. Non si passa così facilmente sopra un affronto così infamante. Secondo il presidente Pagano l'offesa arrecata dalle parole di Calderoli, "contrariamente a quanto afferma il Pm, consentono una precisa individuazione delle parti offese, tanto più quando a proporre querela è proprio una di queste in nome proprio e per conto dell'associazione che rappresenta, composta in gran parte da napoletani".
Archiviazione rimandata. Il Gip ha rinviato la comparizione davanti alla camera di consiglio davanti al Gip al 19 giugno per un difetto di notifica degli atti da parte dello stesso caderoli. ma nell'opposizione all'archiviazione l'avvocato Paolo Mele presenta delle richieste precise:


  • Ascoltare le motivazioni che stanno alla base della denuncia per diffamazione presentata da Antonio pagano

  • Interrogare lo stesso Roberto Calderoli perchè precisi il significato che itnese attribuire alle frasi su cui è stato basato l'esposto.