venerdì 29 febbraio 2008

Differenziata, quella sconosciuta

Da domani comincia la campagna d'informazione sulla raccolta differenziata in provincia di Napoli.
Impossibile saperlo, però, visto che non ne parla nessuno.
Neanche un accenno sui giornali locali, figurarsi sui quotidiani nazionali pronti soltanto a gettar fango su una regione che fa fatica a rialzarsi sotto il peso di un problema in cui non ci si è certo ficcata da sola.
Da domani, però, si riparte. O almeno ci si prova.
Lo ha annunciato il presidente della Provincia Dino Di Palma, l'uomo a cui dovrebbe essere affidata la responsabilità della gestione rifiuti in provincia se tutto andasse per il verso giusto (in assenza, cioè, di un commissariato straordinario per la gestione dell'emergenza).
Sono stati stanziati 12 milioni di euro per una scommessa che vale il futuro.
L'anno zero comincia domani.
La campagna pubblicitaria di educazione alla raccolta differenziata prevede la distribuzione di oltre 3.000 Dvd nelle scuole e nelle parrocchie. Cominciata in questi giorni anche la fornitura di bidoncini per differenziare i rifiuti in strada e nei condomini. Verranno diffusi gadget e opuscoli informativi in materiale riciclato.
Lo spot della campagna pubblicitaria è affidato allo scrittore napoletano Peppe Lanzetta: "Ragazzi, non c'è tempo da buttare, voglio una vita differenziata per la città e la provincia di Napoli. Dobbiamo fare noi la differenza, mi raccomando separiamo i rifiuti".

Al via anche la solidarietà delle radio locali: ben 74 hanno concesso spazio alla voce della speranza mandando in onda lo spot della REA "Raccolta differenziata" assieme alla canzone ambientalista "Fermate il mostro" di Agnese Ginocchio.
Ma il silenzio grava su tutto come se si trattasse di un segreto proibito. Si fa fatica a trovare informazioni anche sul sito della Provincia. L'unica notizia viene dall'appello lanciato alle radio sul sito comunicati.net : "In questa opera di sana e coraggiosa campagna (gratuita) intrapresa dalla REA per la Raccolta Differenziata, alla quale continuano ad aggiungersi decine di emittanti locali, nesuna rete nazionale ha aderito quasi fossero estranee al problema"

Finalmente, però, si comincia a ridiscutere su come risolvere il problema dall'interno, visto che più nessuno vule la nostra (?) monnezza. E nuon vuole neanche aiutare la Campania a pubblicizzare le iniziative promosse per risolvere il problema.

Pm10, a Napoli la maglia grigia dell'inquinamento



"Pm10 ti tengo d'occhio" è la campagna di Legambiente contro le polveri sottili emesse dai motori delle automobili. Maglia nera a molte città del centro nord: Frosinone nel 2008 ha superato per 45 giorni il limite massimo di Pm10 fissato dalla legge, seguita da Modena, Lucca , Reggio Emilia, Vicenza e Milano.


Napoli non se la cava meglio: maglia grigia e sforamento per 31 giorni. E siamo soltanto al 29 febbraio. La risposta del Comune è il blocco totale del traffico privato dalle 15 alle 19 di oggi.
Possono circolare le auto euro 4, i veicoli alimentati a etano e gpl, moto e scooter euro 2 ed euro 3. Oltre alle solite eccezioni.
Alla fine della fiera, saranno davvero in pochi a non poter girare oggi in città.

Rifiuti, siamo all'anno zero


Si parla della "catastrofe ecologica che è fortse la peggiore in Europa dopo Cernobyl" su Style magazine, il mensile del Corriere della sera. Inquinamento diffuso dei terreni, soprattutto nei pressi delle aree agricole utilizzate come discariche abusive, è anche peggio dell'incubo rifiuti abbandonati nelle strade. Per Ernesto Galli la colpa è dell'illegalità, "lo spadroneggiare dovunque della criminalità più o meno organizzata".

Ritengo si tratti di una questione di prospettive. Capire da che punto di vista guardiamo il problema. Ma soprattutto avere chiara la situazione. Sapere che l'illegalità ha colmato il vuoto lasciato libero dalle istituzioni, quando nessuno sembrava interessarsi alla questione rifiuti di cui non si aveva ben chiaro che utilizzo fare.

Il problema della spazzatura e il suo riciclo più o meno legale è una questione che riguarda tutta l'Italia. I rifiuti industriali inquinano molto di più della spazzatura domestica, e la Campania è una regione a prevalente propensione agricola. Cosa ci fa tutta quella monnezza industriale nelle discariche abusive che costellano gli angoli più impensabili della Campania felix?

Secondo il giornalista di Style nella situazione di totale collasso amministrativo e istutizionale che sta vivendo la regione continua a macare il tentativo di dare forma organizzativa nuova alla protesta, ponendosi come alternativa rispetto agli inesistenti o corrotti canali tradizionali. Ogni cosa sembra destinata a restare come prima, dicono.

Non credo che la situazione sia chiara.

Il cambiamento c'è stato, ed è in corso ogni giorno. La trasformazione è cominciata nel 1994, quando ci si è resi conto dell'esistenza del problema. Le discariche abusive esistono in tutta Italia, ma nessuno ne parla.

In Campania si, da parecchi tempo.

Gli industriali hanno nascosto nei luoghi più impensabili i loro rifiuti nocivi, perchè nasconderli costava meno che pagare la tassa richiesta per lo smaltimento. I tumori che flagellano gli abitanti di Pianura non sono colpa della spazzatura solida urbana, ma delle due discariche abusive che hanno ospitato per anni i rifiuti tossici.

In Campania si è avuto il coraggio di dire basta.

Si è provato a strappare dalle solite mani il ciclo dei rifiuti e trovare una collocazione meno illegale alla monnezza. Il sistema illegale dei rifiuti, è stato minato alle radici. Ma è mancata la controreplica: nessuno ha provato con convinzione a sostituire con discariche a norma quelle illegali che nel frattempo chiudevano i battenti alla spazzatura che adesso invade le strade di mezza Campania.

Ribaltiamo la prospettiva. Siamo all'anno zero. Siamo al possibile inizio di un futuro diverso, possibilmente migliore. Siamo noi e siamo meridionali che non vogliono soltanto lamentarsi e domandare l'aiuto esterno su un problema che nessuno vuole aiutarci è risolvere.

Nessuno è senza peccato, ma non ci interessa di chi è la colpa.

Basta con le analisi, le teorie, i commissari straordinari e i politici che si rimbalzano meriti e responsabilità. Servono proposte, una presa di coscienza e la voglia di non dover ringraziare nessuno per tutto quello che riusciremo a fare con le sole nostre forze.

mercoledì 27 febbraio 2008

Atenei eccellenti: Federico II nella top 100 mondiale


La Federico II di Napoli fa parte delle sei università italiane entrate nella top 100 dei migliori atenei del mondo: la classifica, redatta dall'Università di Shangai, suddivide gli atenei in 5 classifiche settoriali in base alle "specialità" di ciascuna.
Nella classifica complessiva per nazione l'Italia è al 14° posto ma nessuna università del Belpaese rientra tra le prime 20. Napoli si fa onore nella sezione di ingengeria: 78° posto dopo il Politecnico di Torino (51) e La Sapienza di Roma (77). Migliorando la propria performance rispetto al 2007.
"E' la dimostrazione che Napoli, al di là delle parole, è un punto d'eccellenza in tutta l'area tecnico scientifica anche a livello internazionale" ha commentato la notizia il rettore dell'ateneo napoletano Guido Trombetti.
"Si tratta - aggiunge - di un conferma di risultati che erano già emersi. Questo riconoscimento mi fa piacere e mi inorgoglisce. Siamo in presenza di un'area di punta per la quale riceviamo continui riconoscimenti anche per la presenza di docenti di valenza internazionale. E ci spinge naturalmente a fare sempre meglio. Siamo al passo - conclude Trombetti - con Atenei che insistono su aree di ben altra ricchezza dal punto di vista territoriale"

martedì 26 febbraio 2008

Il business della camorra

I quotidiani nazionali non ne hanno dato notizia. Ma gli ecoboss sono finalmente sotto accusa: i carabinieri del nucleo Tutela Ambiente e del Reparto Territoriale di Aversa hanno individuato il legame tra camorra e ciclo dei rifiuti. "Per la prima volta è stata dimostrata la gestione diretta da parte di organizzazioni criminaliin questo traffico illecito", ha affermato ieri il procuratore aggiunto Franco Roberti, coordinatore della Dda di Napoli. Ma il procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore ha sottolineato che il coinvolgimento della camorra nella malagestione dello smaltimento dei rifiuti "non può costituire un alibi nei confronti di altri eprsonaggi che hanno le loro responsabilità"
Attraverso indagini e intercettazioni telefoniche è stato possibile seguire il filo del business della monnezza che ha visto implicate persone legate al clan dei Casalesi: un ciclo di smaltimento illegale dei rifiuti con sede operativa nel casertano.
I fatti: l'organizzazione, per non sostenere ilc osto dello smaltimento dei rifiuti, ha soltanto simulato l'attività di compostaggio. In realtà le 8mila tonnellate di rifuti, costituite tra l'altro da fanghi di depurazione, sono stati smaltiti abusivamente su terreni agricoli messi a disposizione da compiacenti proprietari. Il guadagno è stato di circa 400mila euro.
A chiusura delle indagini sono stati sequestrati gli appezzamenti di terreno trasformati in discarica ed emessa un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti del capo dell'organizzazione considerato vicino al clan casertano del Casalesi.
Secondo l'Ansa delle 17:49 di lunedì 25 febbraio Giorgio Marano, 48 anni, soprannominato 'o saponaro, di San Marcellino (Caserta), indicato come un boss del clan dei Casalesi, è l'unico arrestato nell'ambito dell'inchiesta sul coinvolgimento della camorra nello smaltimento illegale dei rifiuti nel Casertano. Per altri sei indagati il gip di Napoli Alessndro Buccino Grimaldi non ha accolto le richieste di misure cautelari avanzate dai pm Raffaello Falcone e Cristina Ribera. Gli indagati sono Vincenzo Tonziello, 41 anni, e Placido Tonziello, 45, soprannominato Ninuccio, ritenuti "referenti locali" di Marano; Raffaele Simonelli, 38, detto Papele, titolare di un fondo agricolo a Frignano dove venivano smaltiti illegalmente i rifiuti, Elio Roma, 57, detto Eliuccio Pagliarulo, che i magistrati indicano come cogestore di fatto della ditta R.F.G. e di un impianto di compostaggio a Trentola Ducenta (Caserta), Francesco Roma, 32, legale rappresentante della R.F.G., e Domenico Bortone, 51, trasportatore, incaricato dello sversamento dei fanghi provenienti dalla R.F.G. I fatti contestati si riferiscono a un lungo arco di tempo che parte dal 1998.

lunedì 25 febbraio 2008

Monnezza day e la rinascita della Campania


Una giornata di protesta partecipata, promossa dai sostenitori di Beppe Grillo e a cui il comico genovese non si è sottratto: una giornata di protesta contro il problema della monnezza a Napoli, a favore di una comunicazione cosciente delle colpe di cui si è macchiata negli ultimi anni.
"Voglio denunciare questa gente che va in televisione a dire che l'inceneritore non fa male alla salute, perché sono dei killer", ha urlato Grillo davanti ai giornalisti, che ha accusato nuovamente di non aver fatto in questi anni un'informazione corretta nell'interesse dei cittadini.
Da piazza Dante Beppe Grillo si è fatto portavoce di tutti i malumori e i soprusi di cui è stato oggetto la Campania: dalla conquista piemontese al monnezzaio del mondo. Dal blog di Grillo è possibile ripercorrere le tappe del discorso di ieri
* Nel 1861 siete stati annessi dai piemontesi con una guerra di occupazione (il regno delle due Sicilie è stato l'unico a non votare il referendum di annessione, ndr)
* I Savoia si sono portati via la cassa del Regno
* Nessuno mangia più la mozzarella di bufala per paura che sia radioattivaLa vostra agricoltura è in ginocchio.
*La Campania è il laboratorio politico ce anticipa quello che succederà in tutta Italia.

Il mea culpa di Grillo a nome dei veri colpevoli chiede scusa ai campani per aver annullato la profonda identità storica e culturale di un popolo trasformandolo in prigionieri anonimi. Chiede scusa per aver condannato la Campania a smaltire i rifiuti tossidi da tutto il mondo e soprattutto dalle imprese del Nord, perchè avvelenare la una regione e il suo popolo costa meno che smaltire le scorie nocive. Domanda perdono per l'inceneritore di Acerra. Per l'Impregilo (con sede legale a Milano ma che è proprietà degli Agnelli, ndr). Per i politici locali scelti dai partiti nazionali. Per le malattie dovute ai rifiuti radioattivi sepolti nelle terre campane senza che nessuna autorità abbia mosso un dito da vent'anni. .Per la diossina e le nanoparticelle che si dovranno ancora respirare assieme al cancro.

Ma la soluzione è possibile e non serve a niente piangersi addoso. E' arrivato invece il momento del riscatto. Napoli è a un punto di non ritorno. "Napoli è all'ano zero", osserva Grillo. Da qui si può soltanto ripartire per costruire un futuro migliore. "Il mondo guarda a Napoli", e attende. "E' un'occasione storia unica per la rinascita della Campania: riprendete in mano il vostro passato, la vostra liungua e il vostro territorio. Se volete potete cambiare le cose".
Nulla è veramente impossibile per chi è nato qui.

domenica 24 febbraio 2008

L'evasione fiscale non è la nostra specialità

Non fare lo scontrino è la cattiva abitudine che accomuna la categoria di commercianti di tutta Italia. Evadere il 20% di iva una volta ogni tanto è uno sport che fa bene alle loro tasche e un pò meno a quelle dello Stato, e di conseguenza dei clienti.
La nomea di malandrini, evasori, dediti al lavoro nero spetta ai meridionali: Campani, Siciliani, Calabresi, Pugliesi o anche Laziali portano alto il vessillo di quelli che non pagano le tasse.
Golia, nel servizio sulla "Evasione Fiscale" mandato in onda venerdì 22 febbraio a le iene Show racconta una storia molto diversa: la "maglia nera" degli evasori se l'è aggiudicata la più insospettabile delle città del nord. Con addirittura l'87% dei controlli fiscali terminati con una sanzione, la città italiana che meno gradisce l'emissione dellos contrino fiscale è addirittura Bolzano. Ecco il video.

venerdì 22 febbraio 2008

Rifiuti, quello che c'è da sapere

Marco Travaglio e Michele Santoro hanno introdotto la trasmissione Annozero del 21 febbraio 2008 con una breve e incisiva cronistoria del caso rifiuti in Campania. Le conoscenze minime per discutere in modo consapevole di tutto quello che è stato e non è stato fatto dal 1994 a oggi.

giovedì 21 febbraio 2008

Turismo in crisi

Turismo in crisi, e non solo per colpa dell'emergenza rifiuti.
Dalle "interviste di gradimento" condotte da Federturismo Confindustria di Napoli ai turisti che hanno visitato lo scorso agosto la Campania sono emersi dei dati poco rassicuranti. Ma funzionali a spronare il lassismo delle albergatori bravi soltanto a lamentare il crollo delle prenotazioni e pronti anche a chiedere danni d'immagine alle istituzioni pubbliche in assenza di un intervento tempestivo.
La campagna mediatica su Campania terra di monnezza ha conquistato il mondo e sarà dura rilanciare l'immagine turistica di luoghi marchiati a fuoco nell'opinione pubblica mondiale. L'edizione internazionale di Newsweek, questa settimana, per raccontare cosa non funziona in Italia ha utilizzato in prima pagina una foto gigante del centro storico di Napoli invaso dalla spazzatura.
Ma il vero problema sono i punti deboli del sistema gestito dall'Ept, ente provinciale per il turismo istituito dall'ex ministero per il turismo nel 1937.

Tra i compiti dell'Ept ci sono:
• Lo svolgimento delle attivita necessarie per promuovere e incrementare il movimento dei forestieri e per realizzare iniziative e manifestazioni intese alla valorizzazione ed alla propaganda delle risorse turistiche.
• Le attivita di controllo e autorizzazione alla istituzione degli esercizi Alberghieri, extra Alberghieri e Pararicettivi, Pubblici Esercizi, Stabilimenti Balneari nonche autorizzazione e controllo delle attivita di guida turistica e delle agenzie di viaggio.
• Il coordinamento nell'ambito della provincia della propaganda e delle manifstazioni d'interesse turistico, nonche delle attivita delle Aziende Autonome di Cura, soggiorno e Turismo, di cui hanno il controllo amministrativo, degli Enti e delle Organizzazioni che perseguono finalita turistiche.
• Lo studio di problemi connessi al settore turismo, prospettandone i provvedimenti intesi a favorire lo sviluppo dell'economia turistica provinciale.
• Il mantenimento dei rapporti con la Provincia, i Comuni, i C.C.I.A. ed altri Enti, Associazioni o Organizzazioni in ogni modo interessati al Turismo allo scopo di armonizzare le iniziative, le esigenze e le proposta per lo sviluppo turistico della provincia.
• La raccolta ed elaborazione secondo le modalita stabilite con decreto del Ministero del Turismo e dello Spettacolo di dati statistici interessanti il Turismo, con la collaborazione ove occorra delle Province, dei Comuni, delle Camere di Commercio, Industria e Agricoltura ed ogni altro Ente operante nella Provincia.

La teoria delle belle parole trova poco o nessun riscontro nella realtà: i turisti lamentano un quadro normativo in attesa di riforma; assenza di un piano strategico, scarsa sicurezza; carenze nella pulizia e nel decoro urbano; limitata percezione del patrimonio storico culturale; assenza di grandi eventi; ridotta componente internazionale dei flussi.
Oltre alle critiche, i turisti suggeriscono anche le soluzioni: migliore conoscenza delle lingue straniere e maggiore confort nelle strutture ricettive con offerta dei servizi aggiuntivi; chiedono più materiale informativo e regolarità del trasporto locale. Niente di impossibile, dopotutto.

mercoledì 20 febbraio 2008

Fiorello ritratta

Lanciare la pietra e ritirare la mano è uno sport molto diffuso. Lo ha fatto anche lui, Fiorello, lo showman di VivaRadio2. Lunedì aveva suggerito un boicottaggio delle elezioni politiche, di strappare le schede elettorali come protesta contro i politici incapaci di risolvere il problema della spazzatura a Napoli.
Un giorno su tutti i giornali: i quotidiani parlano del piglio insolito dello showman, della sua aria da antipolitico. In stile Beppe Grillo.
Un giorno di tempo per ritrattare, ironizzando: "Strappare le schede elettorali è sbagliato, perchè così aumenta la monnezza". Ancora un giorno sulle pagine dei giornali: si continua a parlare di lui e delle continue provocazioni che si respirano guardando ViavaRadio2.
E il dubbio: convinzione reale con pentimento forzoso o il solito escamotage televisivo per alzare l'audience di un mini programma che si ritrova meno ascoltatori del previsto?

Scandalo cimiteri? roba vecchia

La notizia risale al 5 dicembre 2007. Ma il quotidiano "Libero" la presenta come notizia del giorno distaccandosi dalle aperture "internazionali" degli altri quotidiani. Ecco i fatti: attraverso l'operazione "Ei Fu" i carabinieri della compagnia di Giugliano hanno fatto luce sullo scandalo del cimitero di Qualiano. Gli indagati Saverio D'Alterio, custode del cimitero, l'interratore Giuseppe perfetto e l'impernditore Benedetto Brancaccio sono accusati di frode in pubblice forniture, peculato, smaltimento illecito di rifiuti cimiteriali, appropriazione indebita, esumazioni non autorizzater, violazione di sepolcro e vilipendio di cadavere. Il pm Maria Cristina Ribera, che ha condotto l'operazione, parla di "monopolio" delle esumazioni, "tolleranza" dei cittadini allo stato delle cose, "tasso di eticità inesistente" dell'itnera popolazione. La Commissione bicamerale antimafia conferma la necessità di approfondire le indagini nei cimiteri dellla provincia di Napoli, "dove sono davvero tante le irregolarità di cui i cittadini si lamentano e dove è frote il rischio di condizionamento della camorra".
La cosa finisce lì. Forse qualcuno sta davvero conducendo queste indagini coperte dal segreto istruttorio. O forse, più probabilmente, la cosa è stata lanciata lì in attesa che qualcuno prima o poi se ne ricordasse. L'Italia è fatta così.
Qualcuno, però, se n'è ricordato prima del solito. Dedicando un editoriale e le prime quattro pagine di un quotidiano nazionale alla notizia amplificata e falsata dello scandalo del caro estinto.
L'editoriale di libero è un'accusa politica alla "città della munnezza dove si vive male e si muopre peggio". Fino ad arrivare alla "nuova" invenzione camorristica, che è poi vecchia di chissà quanti anni, visto che le indagini sono già conclude da più di due mesi. Non dico che il problema non esista o non riguardi altri cimiteri campani. Trasformare la vicenda in questione di stato, collegare il business del caro estinto a quello della monnezza facendo di tutt'erba un fascio è un approccio pressapochistico della stampa generalista. Il problema è alla radice.
Napoli e la Campania mantengono alto il tasso di incremento demografico: qui le nascite non hanno mai registrato la battuto d'arresto di altre regioni. Ma la gente muore, anche. L'alta densità demografica come non consente di individuare aree non urbanizzate per la creazione di discariche impedisce anche l'edificazione di nuovi cimiteri. E quelli "storici" sono saturi da anni. Si rendono necessarie esumazioni precedenti il termine legislativo di 10 anni dalla morte, ma a Napoli il forno per la cremazione dei cadaveri non funziona da anni e quello più vicino si trova a Bari. I costi crescono attorno all'emergenza, le amministrazioni locali se ne lavano le mani, ma ci sono loro: i camorristi che trovano la soluzione a tutto.
L'unica soluzione quando lo Stato non funziona.

Attentato a pizza e mozzarella


Accuse per frode in pubbliche forniture, peculato, smaltimento illecito di rifiuti cimiteriali, appropriazione indebita, esumzioni non autorizzate, ma ance violazione di sepolcro e vilipendio di cadavere: l'indagine Ei fu ha coinvolto la gestione illecita del cimitero di Qualiano. Oggi Libero, il quotidiano di Vittorio Feltri, ne ha fatto una "questione campana". Parla, senza citare la fonte come è invece obbligo morale del giornalista per confermare la propria credibilità, di una "leggenda metropolitana" secondo cui le bare del caro estinto sarebbero ridotte in trucioli e distribuite alle pizzerie napoletane.

Anche la pizza, secondo i reporter di Libero, sarebbe caduta nel circolo vizioso della corruzione napoletana come piatto tipico emblema di un paese monnezza: meritevoli entrambi di essere cancellati dalle tavole italiane; pardon, dal vocabolario.

Già da tempo, infatti, il nord Italia ha boicottato l'acquisto e il consumo dei latticini meridionali. Il carello "qui niente mozzarella campana" è il biglietto da visita di troppe pizzerie che si illudono di tranquillizzare i clienti assecondandone follie e fobie". Viene in mente la Torino post bellica di "non si affitta ai meridionali". Una grossa caduta di stile dell'Italia che si definisce paese civile e moderno.

Mentre le ordinazioni per i prodotti campani precipitano a record storici, non tutti conoscono la verità sulla diossina. Le diossine si distinguono in naturali, utilizzate anche per usi farmacologici, o

poloalogenate, che sono eleenti inquinanti organici persistenti. Ma c'è di più. Secondo uno studio condotto dal professor Antonio Malorni, scienziato, attualmente direttore dell’Istituto di scienze dell’alimentazione del Cnr, "Le diossine ci vengono mostrate come dei veleni terribili quando in realtà a basse dosi, è noto da tempo (ma non divulgato), esse sono anche indispensabili, anzi essenziali, al corretto funzionamento cellulare e proteggono le donne dal cancro della mammella". L'importante è non esagerare.

martedì 19 febbraio 2008

La protesta degli studenti: "un altro stato ci annetta"

“Per lo stato di abbandono in cui versa la Regione Campania e per l'inadeguatezza delle istituzioni statali a fronteggiare l'emergenza rifiuti noi giovani studenti chiediamo l'annessione della nostra regione ad una nazione che ci sostenga e ci affianchi nella risoluzione del tormentato problema rifiuti”. Inizia così la richiesta di asilo politico sottoscritta da 400 studenti del Polispecialistico "Pitagora" di Pozzuoli, che non si riconoscono più in un paese che li ha abbandonati a se stessi.
Un campanello d'allarme. Un primo passo verso la presa di coscienza. L'ultimo appello a uno Stato che non può lavarsi le mani di un problema scaraventando tutta la responsabilità sugli Enti locali, o una singola persona che non è in grado di salvare il mondo da solo.
Chiedono di essere annessi ad un'altra nazione che abbia a cuore la loro condizione igienico sanitaria, perchè all'italia sembra interessare ben poco. chiedono asilo politico per loro, perchè le condizioni igienico sanitarie a Pozzuoli come negli altri comuni in provincia di Napoli, Caserta e Avellino cominciano a diventare critiche tra cuuli di monnezza parcheggiati in strada da interminabili settimane e le carreggiate quasi impraticabili.
Gli studenti sono tornati a scuola, ma per quanto? Fino a quando le basse temperature invernali consentiranno di arginare il problema epidemie? Come compensare poi milioni di persone che convivono con la diossina dei roghi di monnezza o le esalazioni dei rifiuti in decomposizione e sono additati dai giornali di tutto il mondo come gli abitanti di un luogo da evitare a tutti i costi? Chi ripagherà Napoli e la Campania del danno d'immagine che hanno subito per colpa di un federalismo inventato senza fornire agli Enti locali gli strumenti adatti per fronteggiare certi problemi che tutti conoscono?
In un'altra epoca, forse, qualche stato avrebbe accolto l'invito dei ragazzi di Pozzuoli. A farsi un pò di conti, controllare il sud Italia conviene. Tra manodopera in crescita, risorse ambientali, produzione agricola l'ex regno delle Due Sicilie è stato una miniera inesauribile per tutti quelli che ne hanno usufruito: Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Borboni e Savoia non hanno avuto di che lamentarsi. La questione del Mezzogiorno è cominciata con l'unità d'Italia. Dopo 150 anni, adesso basta. Forse siamo pronti per un'altra storia.



"La gente aveva ragione"


"La gente di qui aveva ragione", ha dovuto ammettere Gianni De Gennaro, il commissario dell'emrgenza rifiuti inviato a Napoli per risolvere in 120 giorni il problema che affligge da 14 anni la Campania.
"La gente di qui aveva ragione": a Pianura, Paraponti, Difesa Grande, Villaricca la situazione delle discariche non è rosea come raccontano i dati tecnici del genio militare che avevano convinto De gennaro a riaprire le vecchie discariche.
Dovunque, assieme alla gente che protesta, ci sono rischi di crollo, sottostanti discariche abusive e infiltrazioni di percolaro, quella specie di liquido che si origina dall'infiltrazione di acqua nei rifiuti (Il percolato è un refluo di sotanze inquinanti anche pericolose dal colore bruno, la consistenza vischiosa e l'odore sgradevole. Ne è sufficiente una goccia per inquinare l'ambiente).
Le discariche "tampone" individuate da De gennaro per arginare l'emergenza rifiuti nei primi 30 giorni di commissariato (già scaduti) sono troppo inquinate già così. Le vecchie discariche non possono essere riaperte. La strada per risolvere il problema monnezza diventa complicata anche per lui, il supercommissario che avrebbe salvato Napoli in 120 giorni. Come non c'era riuscito Antonio Bassolino. Come si è detto impotente di fare Guido Bertolaso.
Le alternative? Continuare a mandare all'estero la spazzatura di Napoli. Perchè è vero che i panni sporchi si lavano in famiglia, ma solo quando si tratta dei rifiuti tossici delle industrie del nord "parcheggiati" abusivamente nei luioghi più impensabili della Campania con la connivenza della malavita organizzata.
Ricambiare il favore non fa parte del vocaolario del nord Italia, e all'appello di solidarietà di prodi hanno risposto "annegate nella vostra monnezza". "Sporchi terroni" ha aggiunto un editoriale di Libero.
Quello che serve, oggi, è una presa di coscienza, perchè abbiamo scoperto che nessuno ha intenzione di aiutare Napoli. Occorre un moto d'orgoglio per riprenderci dal torpore di troppi anni di silenzio. Di soprusi che non sono stati denunciati. Insieme dsi può. Non è uno spot elettorale.

martedì 12 febbraio 2008

Masaniello è tornato

Je So' Pazzo, Je So' Pazzo, e oggi voglio parlare!

Accompagnato dalle note della canzone di Pino Daniele ho avvertito il bisogno di inaugurare questo blog per raccontare tutto quello che rimane non detto sulla questione meridionale. Dal punto di vista critico, ma partecipato, di chi quelle storie le ha vissute sulla sua pelle.

Masaniello è cresciuto, Masaniello è tornato...