martedì 26 febbraio 2008

Il business della camorra

I quotidiani nazionali non ne hanno dato notizia. Ma gli ecoboss sono finalmente sotto accusa: i carabinieri del nucleo Tutela Ambiente e del Reparto Territoriale di Aversa hanno individuato il legame tra camorra e ciclo dei rifiuti. "Per la prima volta è stata dimostrata la gestione diretta da parte di organizzazioni criminaliin questo traffico illecito", ha affermato ieri il procuratore aggiunto Franco Roberti, coordinatore della Dda di Napoli. Ma il procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore ha sottolineato che il coinvolgimento della camorra nella malagestione dello smaltimento dei rifiuti "non può costituire un alibi nei confronti di altri eprsonaggi che hanno le loro responsabilità"
Attraverso indagini e intercettazioni telefoniche è stato possibile seguire il filo del business della monnezza che ha visto implicate persone legate al clan dei Casalesi: un ciclo di smaltimento illegale dei rifiuti con sede operativa nel casertano.
I fatti: l'organizzazione, per non sostenere ilc osto dello smaltimento dei rifiuti, ha soltanto simulato l'attività di compostaggio. In realtà le 8mila tonnellate di rifuti, costituite tra l'altro da fanghi di depurazione, sono stati smaltiti abusivamente su terreni agricoli messi a disposizione da compiacenti proprietari. Il guadagno è stato di circa 400mila euro.
A chiusura delle indagini sono stati sequestrati gli appezzamenti di terreno trasformati in discarica ed emessa un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti del capo dell'organizzazione considerato vicino al clan casertano del Casalesi.
Secondo l'Ansa delle 17:49 di lunedì 25 febbraio Giorgio Marano, 48 anni, soprannominato 'o saponaro, di San Marcellino (Caserta), indicato come un boss del clan dei Casalesi, è l'unico arrestato nell'ambito dell'inchiesta sul coinvolgimento della camorra nello smaltimento illegale dei rifiuti nel Casertano. Per altri sei indagati il gip di Napoli Alessndro Buccino Grimaldi non ha accolto le richieste di misure cautelari avanzate dai pm Raffaello Falcone e Cristina Ribera. Gli indagati sono Vincenzo Tonziello, 41 anni, e Placido Tonziello, 45, soprannominato Ninuccio, ritenuti "referenti locali" di Marano; Raffaele Simonelli, 38, detto Papele, titolare di un fondo agricolo a Frignano dove venivano smaltiti illegalmente i rifiuti, Elio Roma, 57, detto Eliuccio Pagliarulo, che i magistrati indicano come cogestore di fatto della ditta R.F.G. e di un impianto di compostaggio a Trentola Ducenta (Caserta), Francesco Roma, 32, legale rappresentante della R.F.G., e Domenico Bortone, 51, trasportatore, incaricato dello sversamento dei fanghi provenienti dalla R.F.G. I fatti contestati si riferiscono a un lungo arco di tempo che parte dal 1998.

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