mercoledì 29 giugno 2011

Non è solidarietà

Dai microfoni di Radaltio24, stamane, sono piovute parole ingiuriose contro un popolo, una città, un sindaco colpevole di aver ereditato una emergenza e di essersene accollato l'onere di risolverlo per amore della propria terra. Per la voglia dir iscatto della propria terra. Mentre Oscar Giannino invoca, come soluzione finale e punizione divina, l'ira dello sterminator Vesevo. Mentre Edmondo Cirielli, presidente della Provincia di Salerno in quota Pdl, sottolinea che Salerno (100mila anime) non è Napoli, e non è giusto che paghi i danni d'immagine di essere vicina di casa ad una così scomoda città; mentre un radioascoltatore di Vicenza, in quota Lega, dice basta alla solidarietà, basta ai problemi del sud che pesano sull'Italia da 150 anni, basta alla cattiva pubblicaità che i problemi di altri creano sul eprfettissimo sistema Italia.

Dico basta anch'io. All'ignoranza di questa Italia che offende, che generalizza, che minimizza e che mortifica.

Napoli e il Sud dicono basta. Perchè il problema dei rifiuti non è un problema di Napoli, e l'Europa lo ha capito bene.

E' l'organizzazione del sistema rifiuti in Italia che è malato: la raccolta è affidata ai singoli comuni, l'organizzazione delle discarcihe alle Province, il coordinamento regionale alla Regione. I costi interamente ai cittadinii, e quelli campani pagano la più alta tassa dei rifiuti in Italia. E quelli napoletani l'hanno pagata per 5 anni a un'azienda di riscossione di Milano che non ha rigirato gli introiti alla Città: 32 milioni di euro.

E' l'individualismo italiano che ammazza il paese e ci mette gli uni contro gli altri. Non sto parlando di solidarietà, ma di comunità di intenti. Non è stato il sud a chiedere di essere annesso all'Italia, nè di essere liberato da sè stesso.

Il senso civico è la caratteristica precipua di Napoli, della Campania, del Sud. Lo è la solidarietà e la voglia di rimboccarsi le maniche per risolvere insieme i problemi, aiutarsi l'un l'altro per stare meglio tutti. Ma Napoli, la Campania e il Sud tutto non possono agire da soli, perchè fanno parte del'Italia unita governata da politici nordcentrici di ispirazione secessionista. Allora sta all'Italia rimboccarsi le maniche assieme al Sud, per risolvere un problema comune.

Date oggi alla nuova amministrazione una leva (levate la monnezza dalle strade) e domani i napoletani vi dimostreranno di che pasta sono fatti davvero. O devo credere che l'Italia abbia paura proprio di questo?

lunedì 27 giugno 2011

Appuntamento a Fenestrelle

Col tricolore ma vestiti a lutto, sabato 9 luglio al Forte di Fenestrelle, per rendere onore ai caduti dell'unità d'Italia. Come ogni anno, più degli altri anni, in questo 2011 che è il 150° anniversario dell'unità d'Italia, brucia la ferita di una storia dimenticata, rinnegata in nome dell'epopea risorgimentale che divide senza ombre né chiaroscuri i buoni dai cattivi, il torto dalla ragione, i leali dai briganti.

I comitati Due Sicilie e Insorgenza civile stanno portando avanti una battaglia importante, e il 9 luglio potrebbe essere una importante chiave di volta. Il punto di convergenza di una battaglia per la verità e la dignità che fino ad oggi è stata battaglia di pochi, e che da domani potrebbe trovare nel confronto e nello scambio una nuova linfa per raggiungere risultati concreti.

L'Italia ha un debito storiografico nei confronti del sud...

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http://www.mariagiovannaferrante.it/index.php/la-patriota

venerdì 17 giugno 2011

Spero che Napoli non debba pentirsi...

"Spero che Napoli non debba pentirsi della sua scelta elettorale" è stato il saluto con cui Berlusconi ha commentato la vittoria di De Magistris nel capoluogo campano che il centraltodestra dei Cosentino e co. già si illudevano di aver conquistato.

Sono trascorse due settimane da quel giorno. La Giunta De Magistris si è costituita, puntando su volti e personalità nuove. Il consiglio, che si è riunito ieri nella sua nuova veste e con una massiccia maggioranza di persone non compromesse con il sistema dei partiti, ha ratificato la discontinuità con il vecchio corso ed espresso la voglia di fare bene per il bene della città....

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venerdì 3 giugno 2011

Fare il sindaco di Napoli - Lettera aperta a De Magistris


Fare il sindaco di Napoli è bello e terribile, più di qualunque altra cosa.

Sono le parole profetiche di chi sindaco di Napoli lo è stato, nel bene e nel male. Antonio Bassolino dalle pagine di Repubblica plaude al successo di De Magistris, neosindaco eletto plebiscitariamente da tanta parte di Napoli.

La gente stanca delle promesse della destra come della sinistra, che ha bisogno e voglia di riscatto, ha scelto lui per aiutarla a rialzare la testa. La gente stanca di sentirsi offesa chiede all’Italia e al mondo di guardare alla città campana come a un punto di riferimento per il paese; e ai suoi abitanti come cittadini di serie A come tutti quanti gli altri, con pari diritti e dignità.

Perché i napoletani di oggi hanno voglia di gridare al mondo che vivere a Napoli è bello e terribile, e non è uguale a nessuna altra emozione.

Dopo il bagno di folla e le promesse, all’indomani di una campagna elettorale trascorsa ad ascoltare le richieste della sua gente, è arrivato per De Magistris il momento di passare all’azione. Di progettare il futuro della città non soltanto con le parole.

Ma senza rinunciare alle parole.

Lo ha dimostrato martedì 31 maggio a Ballarò, rispondendo per le rime alle accuse del premier secondo cui candidare Mara Carfagna a sindaco di Napoli avrebbe significato vincere le elezioni al costo di consegnare il giovane ministro nelle mani della Camorra. Un insulto che i napoletani non si meritano e non hanno più intenzione di tollerare. Identificare il popolo meridionale con la criminalità è un’offesa alla dignità di persone oneste, benpensanti, politicamente e civicamente attive, intelligenti e sane. Ne è una riprova che il nuovo sindaco della città è proprio un ex magistrato, un uomo prestato dalla giustizia alla politica per garantire la “giustizia sociale”, la parità di diritti di tutti sul lavoro, nella sanità, nella qualità della vita.

Sono tanti i problemi che lo attendono sulla scrivania: il lavoro, l’emergenza rifiuti, la crisi sociale e finanziaria, la sicurezza, la scuola pubblica solo per citarne alcune.

Auguro buon lavoro a De Magistris, perché dopo essere stato Masaniello sappia trasformarsi in Filangieri. Perché dopo aver scassato sappia ricostruire. Sappia circondarsi di uomini nuovi che nulla hanno a che fare con la vecchia politica e contribuisca a regalare una stagione nuova alla sua e alla nostra città, perché sia di esempio per il rilancio del sud che si trasformerà in volano per la rinascita dell’Italia tutta.