mercoledì 30 luglio 2008

La città militarizzata

Non ce n'erano abbastanza di militari, in Campania e per le strade di Napoli. Il regalo dei prossimo giorni sarà lo sbarco di altri 179 soldati in città. Qualcuno dice "solo" (leggi l'articolo su Corriere del mezzogiorno)
"Servono per garantire la sicurezza dei cittadini che si sentono minacciati", dice il governo che ha approvato questa nuova procedura d'urgenza inclusa nel "pacchetto sicurezza", mentre Tremonti è impegnato a tagliare dolorosamente i finanziamenti ordinari per le forze dell'ordine che sono costrette anche a pagarsi di tasca propria la divisa di ricambio.
La prospettiva di ritrovarmi un soldato a presidiare una manifestazione, una sede pubblica, una manifestazione, fa venire in mente Il Cairo. Nella capitale egiziana i turisti possono star tranquilli: nessuno farà loro del male, perchè c'è un militare col colpo in canna a ogni incrocio di strada e la sicurezza è garantita con la violenza.
Quello che è ammissibile in un paese solo velatamente democratico come l'Egitto (paese indipendente dal 1953, dove ogni 5 anni si svolgono le elezioni presidenziali con un unico candidato), non va bene per l'Italia. Quello che gli italiani non dovrebbero dimenticare è il rispetto dei diritti umani vessillo della comunità mondiale e la libertà di espressione sancita dalla costituzione, l'uguaglianza di trattamento e l'innocenza di tutti fino alla sentenza definitiva di un tribunale non politicizzato. Come accade in tutti i paesi civili. Come rischia di non accadere più nel nostro stato, dove i media hanno creato una tale fobia per lo straniero, il diverso, la minacciata invasione di chi viene nel nostro paese per rubarci il lavoro, stuprare le nostre donne e uccidere i nostri figli sotto l'effetto dei fumi dell'alcol.
Meglio l'esercito in strada. Meglio le manganellate nello stomaco se dico qualcosa che non sta bene al politico di turno. Meglio un emendamento salva Poste che legalizza la precarietà del lavoro, un decreto salva Rete4 che ci costa 350mila euro al giorno di multa dalla comunità europea (leggi Grillo), meglio salvare Alitalia con un aiuto di stato sanzionato dall'Europa e togliere la pensione a 760mila italiani che percepiscono 395 euro al mese. Infondo siamo nell'Italia che del progresso, che rincorre la globalizzazione, vuole rimanere nel G8 delle potenze industriali anche se 3/4 della sua geografia economica va nella direzione opposta e quindi bisogna adeguarsi:
  • centrali nucleari
  • termovalorizzatori
  • industrializzazione di massa
  • Tav dove c'è l'amianto
  • Ponte sullo stretto dove le placche terrestri portano Calabria e Sicilia in due direzioni opposte.

Ma c'è poco tempo. Cinque anni passano in fretta, se non si mettono a posto le cose. A cominciare dalla riforma della Costituzione italiana, l'ultimo baluardo della democrazia condannato ad andare in pensione.

martedì 29 luglio 2008

Anche gli immigrati occupano il duomo

Prima ci sono andati gli sfollati, per un mese intero. La settimana scorsa il duomo di Napoli è stato occupato dai manifestanti del No alla discarica di Chiaiano che volevano chiedere al cardinale Crescenzo Sepe perchè aveva venduto allo stato la cava di tufo. Ieri è stato il turno degli immigrati. Erano più di 100, assiepati tra i banchi della chiesa, e anche loro volevano parlare col cardinale. Volevano chiedere a San Gennaro una intercessione per ottenere l'accoglienza italiana, un tetto sotto cui dormire, il naturale diritto di ogni essere umano.
Sono rimasti 10 ore in quella chiesa, e fuori si è schierato l'esercito armato fino ai denti. Era già lì per la monnezza, e ne ha approfittato per esercitare l'uso delle armi. Ma senza vittime. Perchè senza troppe storie, poi, quegli stessi immigrati hanno accettato di evacuare il duomo a patto di non essere identificati. Assente il cardinale Sepe, la mediazione con i manifestanti che avevano occupato il Duomo è stata operata dal direttore della Caritas diocesana di Napoli, don Gaetano Romano: “Non li abbiamo cacciati, anzi accolti ed ascoltati, io ho soltanto ribadito quello che l'arcivescovo ha detto in più occasioni, e cioè che per parlare con il cardinale, non è necessario occupare il Duomo ma basta chiedere un appuntamento.
Diversa la versione dell’assessore Riccio per il quale gli immigrati sono stati aggrediti e selvaggiamente pestati dalla polizia all'interno della cattedrale: "La carità cristiana si dimostra accogliendo e ascoltando i bisogni delle fasce più deboli - ha affermato - mi sarei aspettato questo dal cardinale Crescenzo Sepe, mentre l'unica azione che la curia ha fatto è stata quella di far intervenire le forze dell'ordine". Chi racconta la verità?

sabato 26 luglio 2008

Una tartaruga a Pozzuoli



Una tartaruga ha deposto le uova sul lido di una spiaggia di Pozzuoli, tra sdraio e ombrelloni chiusi. L'hanno notata due turisti che passeggiavano al chiaro di luna e la notizia sta schizzando sulle prime pagine di tutti i giornali.
Perchè le tartarughe hanno una buona memoria.
La "caretta caretta", la specie marina che popola il Mediterraneo, depone sempre le uova sulla spiaggia dove è nata. Non sbaglia mai. Può attraversare in lungo e in largo il mare nostrum ma, ogni due anni, rimane fedele all'appuntamento: "stessa spiaggia stesso mare". Si incontra in alto mare con il suo compagno occasionale, quello di una volta e via, perchè dopo ce n'è un altro che potrebbe essere meglio. La copulazione può durare fino a due giorni, ma la femmina incontra anche altri partners: le serve per far scorta del seme che feconderà, in momenti diversi, le centinaia di uova che la tartaruga depone sulla spiaggia dove è nata, a distanza di circa 10 giorni tra una oviferazione e l'altra.
La notizia di oggi rischia di scombussolare anni di studi sul comportamento di questo animale, perchè solo a Lampedusa e su un breve tratto della costiera ionica calabrese la riproduzione della tartaruga in Italia è un fatto consolidato e studiato. Pozzuoli è nell'occhio del ciclone per la questione rifiuti in via di risoluzione, per l'inquinamento delle fabbriche andate in disuso e le spiaggie movimentate, affollate dai turisti. Non certo l'oasi di tranquillità che una tartaruga qualunque cercherebbe per cambiare spiaggia. Però Caretta ieri notte è andata lì, e tra circa 40 giorni su quella stessa spiaggia potrebbe nascere una colonia di dolci tartarughine.
E' già successo due anni fa: una tartaruga di mare aveva fatto il suo nido al lido di Ogliastro Marina a Castellabate, in provincia di Salerno. E in quel caso l'oviferazione aveva dato buoni esiti: allora ci vollero 72 giorni (dipende dalla temperatura della sabbia, che non dovrebbe scendere sotto i 20 gradi)perchè vedessero la luce 32 tartarughine su 104 uova deposte . Se una sola femmina di quei 32 esemplari nati nel 2006 sopravviverà ai mille imprevisti di una vita da tartaruga, Ogliastro potrebbe diventare la nuova Lampedusa. E così anche Pozzuoli.
Chiara Caputo, la biologa che si occupa di tartarughe marine per l'Osservatorio faunistico provinciale di Lecce, mette però in guardia sul comportamento da tenere nei prossimi giorni: ora il nido è protetto e monitorato, ma mamma tartaruga potrebbe tornare e fare il bis. Se di notte qualcuno sulla spiaggia si imbatte in una tartaruga che esce dal mare non disturbi l'animale e prenda nota esatta del luogo. Sono due i numeri da contattare per avvisare gli esperti: : 1515 (Pronto intervento emergenza ambientale) e 1530 (Emergenza mare). Sono numeri gratuiti, attivi 24 ore su 24. Ma è anche possibile informale la stazione zoologica Anton Dhorn di Napoli. Fa capo al ministero della Ricerca. Il centralino risponde allo 081.58.33.111.

venerdì 25 luglio 2008

I tesori sotto la città

Napoli è fatta così. Fai un buco e viene fuori qualcosa. Un accavallarsi continuo di storia e testrimonianze del passato vecchie di XXVI secoli non è roba da poco quando c'è l'abitudine di gravitare sempre sulla stessa ristretta area geografica e costruire i palazzi e le infrastrutture su quelli che c'erano sotto, talvolta utililizzando i materiali delle opere che si smantellano (è il caso delle chiese cristiane sui templi latini per cancellare l'identità e la memoria degli dei falsi e bugiardi).
Napoli continua ad essere così. Oggi sono stati ritrovati i resti di una fortificazione bizantina, realizzata con elementi architettonici provenienti da un monumento pubblico di età imperiale (II secolo d.C.), tra i quali due rare lastre figurate rappresentanti scene di sacrifici, emersi dalle indagini archeologiche preliminari per la realizzazione della stazione Università della Linea 1 della Metropolitana, in corso sul versante nord di piazza Bovio.
La fortificazione può essere identificata con quella, ricordata dalle fonti storiche, costruita dal generale Narsete, dopo la fine della guerra greco gotica, poco lontana dal porto.
Lo scavo rientra nell’ambito del programma di intervento congiunto della Soprintendenza speciale per i Beni archeologici di Napoli e Pompei con l’ Amministrazione comunale e la Società Metropolitana Napoli. "La scoperta è di eccezionale interesse scientifico e, come già quelle precedenti, aumenta la nostra conoscenza della Napoli in età romana, tardo antica e alto medievale" ha spiegato il soprintendente archeologo di Napoli e Pompei prof. Pietro Giovanni Guzzo.
L’ultimo ritrovamento, la scorsa settimana, aveva portato alla luce superficie fregi, capitelli, colonne a alcuni ambienti affrescati emersi dagli scavi in piazza Nicola Amore, ai "Quattro palazzi". Ritrovamenti di grande valore artistico e storico, che però rallentano i lavori della metropolitana. "All’inizio la linea doveva andare dritta alla stazione centrale - spiega il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino - adesso bisogna studiare il percorso che i binari della metropolitana dovranno fare". Iervolino ipotizza una metropolitana "dell’archeologia che passi in mezzo agli scavi", ma pagando un solo biglietto: anche perchè spostarsi verso sinistra comporterebbe il ritrovamento di altri reperti e a destra c’è il mare e "certo la metropolitana non possiamo farla a mare".
Fonte Ansa

La moltiplicazione dei commissari

L’Italia va verso il federalismo: i poteri dello stato passano gradualmente agli enti locali che potranno gestire le tasse, i servizi, i guadagni sulle proprie risorse come già fanno per la sanità e i parchi. Ma mentre nel resto della penisola tutto questo diventa ogni giorno sempre più realtà e i politici cominciano a spartirsi le competenza, in Campania si va al contrario come i gamberi: qui tutto viene commissariato, a partire dalle poche competenze già di gestione locale che possono fruttare quattrini. Si è cominciato dai rifiuti per passare alle bonifiche, ma i milioni di euro stanziati per le varie emergenze non sono nemmeno passati da quelle parti e solo negli ultimi tempi si comincia a vedere una tinteggiata di facciata che dura qualche giorno in più.
A inizio luglio lo stato ha commissariato gli scavi di Pompei, il gioiellino archeologico che il mondo ci invidia, perché si tratta di una città romana conservata intatta dopo 2mila anni di storia per colpa e grazie all’eruzione vulcanica del 69 d.C. che attira ogni ano 2,5 milioni di turisti con un indotto milionario: ci sono pochi bagni e pochi sorveglianti, così troppe ville non possono essere visitate dai turisti.

Ho fatto un po’ di conti. Tra aprile e ottobre affluiscono a Pompei almeno 20mila turisti al giorno, che trascorrono l’intera giornata a passeggiare in via dell’Abbondanza per fare capolino alla Villa dei Misteri: nell’arco di una giornata almeno una volta dovranno espletare le loro esigenze fisiologiche, diciamo il 10% ogni ora. Che significa 2mila persone che si avvicendano nei pochi servizi igienici disseminati agli ingressi degli scavi.
E allora, invece di spendere soldi per costruire più bagni, o per assumere i custodi in sostituzione di quelli andati in pensione, o per avviare gli appalti per il restauro degli affreschi, paghiamo lo stipendio di un altro supercommissario.
In consiglio regionale il gruppo del Pdl chiede di accelerare le pratiche per il commissariamento della Sanità campana, e la Rosetta Iervolino fa appello allo stato per gestire i lavori della metropolitana di Napoli.
Infatti “Sta per essere nominato dal Governo un commissario per la metropolitana che possa gestire la situazione con il compito di velocizzare i lavori e di proteggere il patrimonio archeologico che emerge dagli scavi”, annuncia, riferendosi ai cantieri della linea 2 avviati da parecchi anni, e che si intoppano di continuo non solo per la mala gestione locale.

Non è colpa dei tecnici o di chi fa gli scavi se a Napoli, ogni volta che fai un buco, viene fuori un reperto archeologico che blocca i lavori per mesi. Perché nel frattempo deve essere interpellata la sovrintendenza per i beni archeologici e artistici, e quella di Napoli è costituita da 4 o 5 archeologici e una miriade di stagisti che si avvicendano alla scrivania ogni 3 mesi. Un po’ pochini per la concentrazione di reperti e di opere d’arte collocate nell’area e così l’ispezione slitta di giorni in giorno, settimana in settimana, mentre i cantieri della metro rimangono fermi chissà per quanto.
Per fortuna, adesso, ci penserà il supercommissario. Un uomo unico che dovrà occuparsi dei lavori per la metropolitana a Napoli e a Roma, anche se “lì non sono stati ritrovati reperti belli come i nostri”, spiega la Iervolino.
Il commissario per le metro di Roma e di Napoli potrebbe essere nominato già nel prossimo consiglio dei ministri, il 1 agosto. Il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi ha spiegato di aver ricevuto su questo argomento una accorata lettera del sindaco di Napoli Rosa Iervolino e di averne parlato anche con il sindaco di Roma Alemanno. Ancora nessuna indiscrezione sul nome del prescelto, ma , da quanto si è appreso, si pensa ad un funzionario di alto valore dello stesso ministero dei beni culturali.

Differenziata autogestita

A chi li accusa di inciviltà e ignoranza, i cittadini di Napoli rispondono con i numeri: quelli dalla campagna autogestita di raccolta differenziata porta a porta organizzata dai disoccupati impegnati nel progeto Isola: in pochi giorni sono stati raccolti oltre 30 quintali di rifiuti, raccolti nella zona che va dai Decumani, al corso Umberto, a piazza Dante, ed è partita due settimane fa con 150 volontari sono confluiti nell'isola ecologica di piazza Dante.

Ma c'è di più: sono circa 1.000 le famiglie che si sono dette favorevoli alla prosecuzione dell'iniziativa, pari al 95% degli abitanti del centro storico napoletano, e dalla prossima settimana il progetto coinvolgerà anche Gianturco nella periferia est della città.


"Abbiamo dimostrato - hanno più volte ribadito i responsabili del progetto - che i cittadini napoletani, almeno quelli del centro storico, sono ben disposti a differenziare i propri rifiuti, a contribuire in qualche modoperchè sia superata definitivamente l’emergenza". I disoccupati del progetto Isola, anche grazie a questamanifestazione, chiedono di poter essere stabilizzati a livello occupazionale nel settore ambientale, nel quale svolgeranno il corso di formazione regionale.

mercoledì 23 luglio 2008

La mazza e la scopa

"Abbiamo utilizzato la stessa scopa, ma stavolta è cambiata la mazza", ha ironizzato oggi Berlusconi, facendo notare che, con le competenze di Guido Bertolaso, il suo governo era riuscito a risolvere una situazione in cui in toppi hanno fallino. Le foto della Emmeviphot, però, prive di didascalia a eccezione della dicitura "situazione in via pasquale leonardi cattolica, zona Coroglio, mostrano tutt'altra situazione della quiete dopo la tempesta. Ma, sentendo le accuse del premier, sono giornali come Il Messaggero e Repubblica a non aver dato abbatanza risalto all'evento, e non il suo intervento che è stato ipotecato come spot pubblicitario per le prossime elezioni politiche.
Un ringraziamento all'esercito, a quei giovani che hanno scelto di prestare giuramento allo Stato per difenderlo e sono stati retrocessi al livello di spazzini (pardon, collaboratori ecologici) pronti a usare la violenza contro la popolazione inerme che protesta contro la militarizzazione della sua terra trasformata in sversatoio della provincia. "Quando ho spiegato alle Forze dell’ordine che si trattava di un’emergenza e di una tragedia nazionale si sono galvanizzati ed hanno aderito con slancio al nostro progetto", ha detto Silvio. Ma a me queste parole fanno immaginare gli occhi iniettati di sangue di chi esegue gli ordini senza pensare ai risvolti che hanno sulla popolazione civile.
Napoli, però, sarà trasformata "nella città più pulita d'Italia".
Dopo i ringraziamenti, un buon pastore deve anche tirar fuori l'insegnamento morale, e ha sottolineato l’importanza di imparare una lezione come quella di Napoli affinchè nel futuro "tragedie simili non accadano più" . Una promessa? Una minaccia? O tutte e due?
I suo pensiero torna all'Impregilo che "ha subito una vera e propria aggressione da parte della magistratura" (l'Impregilo è già stata condannata in secondo grado per la mala gestione dei finanziamenti per la realizzazione del termovalorizzatore, e la corte di cassazione ha respinto la sentenza solo per imperfezioni di forma nella condanna), ma lui racconta di averli convinti a continuare il lavoro e spiega che "un termovalorizzatore inquina soltanto come quattro macchine, quindi è questa la via da seguire".(Fonte Ansa)
Il mio pensiero va ai tanti bambini che respirano l'aria inquinata dal termovalorizzatore di Brescia e si ammalano di tumore. A Sgarbi sindaco di Salemi che decide di non autorizzare più i mulini a vento che trasfromano l'energia eolica in elettrica perchè rovinano il paesaggio. Alle centrali nucleari francesi che hanno fatto registrare quattro guasti in meno di due mesi, e vedo Berlusconi che stringe la mano a Sarkozy chiedendogli di indirizzarlo lungo la strada del nuclerare...

La leggenda del pomodorino del piennolo

Si narra che, alle falde del Vesuvio, un ricco grappolo di pomodorini rossi e vivaci, numerosi e leggermente allungati, vivesse assieme alla sua gente in piccoli appezzamenti di terra a circa 300 metri dal livello del mare. Qualcuno racconta anche che nessuno gli desse da bere ma lui, testando, continuava a restare lì: rosso e duro assieme agli altri pomodorini come lui.
Dalla Cina hanno provato a imitarlo, ma non è la stessa cosa.
L'assessore all'Agricoltura della provincia di Napoli, Francesco Emilio Borrelli, ha deciso di premiarlo candidando "il pomodorino del piennolo" in un prodotto Dop.
"Credo che a Bruxelles non avranno particolari problemi a riconoscere la D.O.P. del pomodorino del piennolo, e auspico un impegno costante e comune di tutte le istituzioni nel sostenere il Ministro delle Politiche agricole, Gianni Alemanno, nel tentativo di ridurre al massimo i tempi e ottenere al più presto il riconoscimento", ha detto Borrelli. E intanto promuove fino al 27 luglio la degustazione del pomodorino del piennolo sul Vesuvio assieme all'azienda agricola locale, le assoristoratori-Fipe Napoli e il patrocinio dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, che nei due primi giorni di attività ha già contato circa 2mila assaggiatori tra i turisti in gita al cratere che domina il capoluogo campano.
Nei week end sono possibili anche visite guidate per assistere alla raccolta e alla manifattura del pomodorino tipico della zona, con forma a pera, che viene raccolto e composto in grossi cespi tenuti insieme da unacorda, per essere lasciato maturare al sole fuori da balconi e finestre e arricchire i sughi invernali. I ristoratori locali contribuiscono all’iniziativa offrendo menù a base del prodotto.

martedì 22 luglio 2008

Napoli, città del quarto mondo

Napoli era un paese del Quarto mondo (leggi l'articolo di Cronache del Mezzogiorno), adesso è tornata ad essere un posto civile. Finalmente il capoluogo campano è reincluso nell'albo delle città occidentali grazie all'intervento salvifico del premier italiano che dopo soli 58 giorni di governo ha democraticamente ripristinato il potere dello Stato al posto dell'anarchia di mala - amministrazione e connivenza camorristica.
Ieri un servizio di "Speciale Studio Aperto" ha ripercorso le tappe del disastro, fino all'apoteosi di pochi giorni fa. Un inno al successo e alla perfezione, per rilanciare la città gioiello che senza la mano tesa di Santo Silvio non si sarebbe mai salvata dalla sua inciviltà.
Il servizio, però, ha dimenticato di dire qualcosa:

giovedì 17 luglio 2008

Qual'è la vera faccia di Napoli?

Qual'è la vera faccia della Campania?

Faccio appello ai "venticinque lettori" di manzoniana memoria. L'emergenza rifiuti è davvero finita? Tv, giornali e la stessa agenzia di stampa dicono a gran voce che la monnezza è solo un brutto ricordo. I miei occhi dicono che non è così, ma forse ho problemi di vista. Il mio appello è a improvvisarvi fotoreporter di tutto quello che resta non detto dalla stampa nazionale. La controinformazione arriva dalla gente.
Mandatemi una e-mail a

Anonimato garantito, salvo differente richiesta.

L'emergenza che non c'era

Per la prima volta mi trovo senza parole. Perchè non ci sono parole per esprimere la rabbia e la sfrustrazione di chi si sente preso in giro. Salgono tutti sul carro del vincitore, perchè nessuno si accorge che nella "questione monnezza" siamo tutti sconfitti .
Dalle pagine del quotidiano di famiglia, Il Giornale (leggi), si inneggia che "è passat a nuttata". Berlusconi domani annuncerà che la munnezza in mezzo alla strada è solo un brutto ricordo, perchè lui le mantiene le promesse.
Sulle pagine del blog del Governatore (guarda) Bassolino sorridente ci dice che siamo sulla strada giusta per la svolta. Che l'aveva detto, lui, che sulla monnezza non bisognava dividersi politicamente. Ci possono mangiare quelli di destra come quelli di sinistra...
E non soltanto quando c'è l'emergenza.
Anzi, la monnezza fa guadagnare un sacco di soldi anche quando è gestita legalmente. Voi cittadini delle altre regioni d'Italia, che siete lì lì per sprofondare nello stesso degrado da cui oggi Napoli sta per rialzarsi, seguite il percorso che ora la Campania ha intrapreso con successo: costruire tantissimi inceneritori.
"L’emergenza rifiuti non è finita, come sanno bene i cittadini campani. E Berlusconi farebbe bene, per rispetto verso di loro e verso la verità, ad evitare improbabili sceneggiate a metà tra fiction e propaganda". Roberto Della Seta, senatore del Pd e capogruppo in commissione Ambiente, commenta così l’annuncio del premier che l’emergenza rifiuti è finita. "Il Presidente del Consiglio eviti allora di scimmiottare le leggendarie simulazioni del Duce, che per mostrare un Italia inesistente spostava le flotte aeree a seconda del passaggio dei potenti stranieri, spostando la mondezza nelle strade lontane dagli occhi dei ministri".

mercoledì 16 luglio 2008

L'emergenza rifiuti finisce ufficialmente venerdì, secondo il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, che in quel giorno farà il suo discorso ufficiale davanti alla platea del Consiglio dei Ministri. Un discorso un pò troppo autoreferenziale, per un pubblico eccessivamente di parte. Lo fa notare anche la Commissione europea che bacchetta per l'ennesima volta il sedicente premier (sedicente perchè, secondo la costituzione che per fortuna non è ancora stata ca,biata, in italia non esiste un premier): una bacchettata
non sulle impronte digitali ai Rom (già fatto),
non sul conflitto d'interesse (già fatto),
non sull'aiuto di stato all'Alitalia camuffato da prestito (già fatto),
non sull'emendamento salva Rete4 (già fatto).
Una bacchettata sul modo poco democratico e comunque ancora poco efficace di affrontare la questione rifiuti. Lo dice anche l'articolo su Repubblica (leggi) che riporta le parole del commissario europeo ai rifiuti: "Servono i fatti, non le parole".
E sì, perchè in Italia ci si lascia incantare facilmente da un sorriso a 32 denti e si prende per oro colato tutto quello che racconta la Tv. Una televisione privata, di cui è proprietà il presidente del consiglio; e una televisione di stato, che è gestita dal governo, quindi dal presidente del consiglio. Che da domani cominceranno a propinarci le facce sorridenti di napoletani felici per la fine di un incubo. Ma è davvero così?
In Europa ci vanno con i piedi di piombo a dare giudizi affrettati. A maggio la Commissione ha avviato una procedura di infrazione contro il governo sulla gestione dei rifiuti in Campania. "Berlusconi può dire che il problema è risolto, può dire ciò che vuole, ma per noi contano i risultati: la procedura di infrazione rimane aperta" dice Barbara Hellferich, portavoce del commissario all'ambiente Stavros Dimas. "Il governo deve realizzare il piano, non basta presentarlo, deve dimostrare che la soluzione indicata risolve il problema a lungo termine, con una gestione corretta dei rifiuti e la creazione del termovalorizzatore".

martedì 15 luglio 2008

"Padre, non li perdonare"



"Padre non perdonare loro perchè sanno quello che fanno". Recita così lo striscione che i manifestanti di Chiaiano hanno esteso da una panca all'altra del Duomo di Napoli, trattenendosi a pregare in ginocchio sulla scalinata di marmo che porta all'altare (leggi l'articolo sul Corriere del Mezzogiorno).
Sotto la scritta c'erano i volti di tutti i colpevoli, senza distinzione di bambiera politica: il sindaco di Napoli Iervolino, il governatore Antonio Bassolino e il rpesidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ma anche il sottosegretario all'emergenza rifiuti Guido Bertolaso e l’ex supercommissario straordinario Gianni De Gennaro.
Sono arrivati in centro quasi cento anime per parlare con lui, il cardinale Sepe. Volevano fargli una piccola, semplice domanda: "La cava di tufo era di proprietà della curia di Napoli. Perchè l'hai venduta allo stato per farci una discarica?" Cosa vi hanno dato in cambio? Ma nessuno ha potuto fare nè la prima nè la seconda richiesta di chiarimento.
Il cardinale non ha concesso alcuna udienza. E così, nello stesso modo in cui erano pacificamente entrati nella chiesa che ospita le spoglie di San Gennaro, altrettanto pacificamente sono andati via dopo 5 ore di presidio. Con l'amaro in bocca e tanta delusione, perchè se neanche un servo di dio è più disposto ad accogliere le lagnanze di un gruppo di fedeli che cercano consolazione delle loro sofferenze nella chiesa (oltre a qualche spiegazione sul perchè il mondo funziona sempre nello stesso modo), allora vuol dire che i cittadini di Chiaiano hanno davvero toccato il fondo.

Berlusconi, però, rassicura il resto degli italiani: "Venerdì, durante il consiglio dei ministri a Napoli, annuncerò la fine dell'emergenza rifiuti".

sabato 12 luglio 2008

La protesta di Chiaiano

Bombe di carta? «Quella protesta non ci appartiene». Carlo Migliaccio, presidente della Commissione ambiente del comune di Napoli, prende le distanze della città e dei suoi abitanti dai quattro ordigni esplosi in questi giorni contro la militarizzazione della cava di tufo di Chiaiano.
«La nostra è una aggregazione civile delle popolazioni di Chiaiano, Marano e Mugnano che deve puntare a isolare quelli che attraverso la violenza rischiano di inquinare la nostra battaglia finalizzata a che la discarica non si realizzi», conclude Migliaccio.
La violenza la stanno compiendo loro. I 150 militari stanziati in città, incaricati di presidiare un sito di interesse strategico nazionale: un posto deputato a ospitare la monnezza.
La presenza dell’Esercito nella cava di Chiaiano ha destato "peoccupazione" del sindaco di Marano, Salvatore Perrotta, il cui territorio munipale è ai confini con il sito. In una nota denuncia che "appare ormai chiaro che la strategia in atto, che accompagna tutti i governi e tutte le formazioni politiche sia quella di affossare definitivamente il territorio a Nord di Napoli per chissà quali interessi. Insomma, vogliono la nostra morte".
Le sue non sono parole esagerate.
Per prendere possesso di una sola cava hanno militarizzato l’intera selva di Chiaiano e di fatto l’intero bosco del Parco delle colline non è più accessibile liberamente.
Forme di protesta democratica sono fatte tacere con la forza.
E tra i media nessuno ne parla.
Viene da pensare a situazioni analoghe, la protesta dei monaci tibetani e l'indignazione mondiale verso un atteggiamento del genere tenuto da uno stato che si apprestava a ospitare le Olimpiadi estive.
La questione è stata messa a tacere, e nessuno sa più coma succede in Tibet oggi (quello di cui non parlano i giornali non succede). Ma per una settimana le testate nazionali ed estere non hanno scritto che di quello.
Pagine e pagine per raccontare l'indignazione di gesti non degni di un paese democratico.
Parlavano della Cina, però. Un paese che della democrazia è un nuovo adepto.
  • L'esercito per le strade
  • la schedatura dei bambini Rom
  • l'aggravante dell'immigrazione clandestina

sono provvedimenti legislativi in odore di anticostituzionalità, per non dire di dittatura. Non lo dico io, profana del diritto. Ma i più grandi luminari di Diritto Costituzionale. Le loro dichiarazioni traboccano dalle testate giornalistiche che per la prima volta fanno sentire la loro voce di informazione su quello che sta succedendo all'Italia solo perchè stavolta si sentono punti sul vivo. Il decreto sicurezza rischia di negargli il divertimento di spifferare di tanto in tanto intercettazioni irrileanti dal punto di vista delle indagini giudiziarie, ma davvero ricche di gusto. Allora bisogna fare e dire qualcosa.

Non fanno nè dicono niente, però, quando si tratta dell'esercito a Chiaiano: era davvero necessario che militarizzassero una città e trasformassero i soldati in netturbini?
"La militarizzazione del territorio - dice Piero Rinaldi del comitato di Chiaiano - significa che lo Stato equipara questa terra a uno scenario di guerra, e questo riconduce anche al lancio degli ordigni artigianali che, così come i blocchi stradali spontanei dei giorni scorsi, sono la risposta di alcune persone esasperate da questa situazione".
PS: le ultime due foto rappresentano due mondi diversi: ma ne siamo proprio sicuri? Tra i due scatti, quale rappresenta l'Italia?

Crollano i quartieri spagnoli?

Giornata movimentata ai quartieri spagnoli. Non che di solito si stia tranquilli, ma il botto di ieri ha emesso un rumore inusuale. Il boato causato dal crollo di un edificio terremotato.
Non ci sono state vittime, ma lo spavento e il dubbio che qualcuno fosse rimasto travolto dalla rovina ha tenuto col fiato sospeso gli abitanti del quartiere (leggi l'articolo su Repubblica). I vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte per accertarsi che non ci fossero vittime. I giornalisti, intanto, indagavano su colpe e incurie.
Purtroppo i quartieri spagnoli sono stati una delle aree urbane più colpite dal terremoto dell'irpinia nel 1981 e, a distanza di 27 anni, i lavori di manutenzione e messa in sicurezza definitiva degli immobili non sono stati compiuti. L'intervento di puntellamento del 1986, con sostegni in legno, ha retto fino a ieri. Il crollo potrebbe essere stato causato di lavori di manutenzione (abusiva) che il nuovo proprietario (irreperibile) avrebbe cominciato qualche giorno fa senza richiedere l'autorizzazione comunale.
Ed ecco scoppiare la polemica su un centro storico rimasto intatto per secoli, meta delle visite guidate organizzate dalle agenzie turistiche che immergono i visitatori nella magia dei vicoli, tra i palazzi così vicini per potersi parlare da un balcone all'altro, sotto i fili per stendere il bucato che sono una forma di comunicazione primordiale e sanciscono i legami del buon vicinato.
"Non vorrei che episodi come quello di ieri siano utilizzati per alimentare una domanda di rifacimento - interviene lo scrittore Ermanno Rea sulle pagine dle Corriere - I palazzinari sono sempre lì, con le fauci spalancate, pronti ad avventarsi su ogni spazio che si apre".
Ma stavolta non deve succedere.
"Il nostro centro è una risorsa. Storica, architettotina ed estetica. Va salvaguardato. Bisogna che siano compiuti dei risanamenti necessari a renderlo sicuro. ma non deve passare l'idea di un abbattimento, o di un'assurda modernizzazione".
Sempre sul corriere, il saggista e romanziere Erri De Luca è più tranquillo: "Può succedere che dei palazzi crollino molto dopo il terremoto: qual è la notizia? Che se ne cada un palazzo in un posto sismico non è una notizia. Forse a Milano farebbe impressione, ma qui no". E non soltanto perchè la gente che vive nei vicoli e per le strade di Napoli è abituata a sopportare. "Di certo il crollo di ieri non è un fatto di cattiva amministrazione. Lo sarebbe stato se questa palazzina fosse stata abitata. Invece era vuota".
E il crollo di ieri è stato come la replica di un terremoto in formato francobollo.

mercoledì 9 luglio 2008

Un concerto trasfromato in campagna pubblicitaria

Lo spettacolo musicale che 30mila napoletani hanno potuto godere dal vivo in piazza del Plebiscito è stato negato a tutto il resto della penisola. Pino Daniele ha messo insieme la band di quando, trent'anni fa (c'erano De Piscopo, James Senese, Rino Zurzolo, Tony Esposito e Joe Amoruso), ha esordito nel panorama della musica italiana con il suo stile di ragazzo arrabbiato che racconta tutte le cose che non funzionano, e la diretta Rai si è svolta nel back stage.
"Se proprio bisogna dare una definizione a questo concerto - si legge sulle pagine de Il Gionale (leggi), è stato il trionfo della vitalità di un sound, quello italiano, che va ben oltre le rigide definizioni e riesce a mescolare influenze africane, americane, mitteleuropee in una festa di suoni che nessun Paese del mondo riesce ad avere così nitidi, così netti", peccato che abbiano potuto ascoltarlo solo i pochi eletti che ieri sono scesi in piazza (per la cronaca, doveva trattarsi di un biglietto "pagato" con la spazzatura riciclata, invece è stato venduto a 25 euro!!!).
Tra pubblicità (cinque interruzioni lunghe lo spazio di un'intera canzone) e interventi dietro le quinte, le canzoni "fruibili" dai telespettatori saranno state 4, al massimo 5. Per fare cosa? Per comunicare che? Se lo chiede anche l'articolo di oggi sul quotidiano La Stampa (leggi) .
Trentamila anime in piazza, per ascoltare il sound di un artista icona di Napoli e della napoletanità. Ma la presentatrice, Milly Carlucci, assoldata da una rete televisiva statale che dovrebbe rispondere alle esigenze di chi paga il canone, ha soltanto avuto premura di fare bene la sua campagna elettorale filo governativa.
"Infinite grazie al governo che ha permesso a tutto il pubblico televisivo di godere lo spettacolo" (il concerto era stato spostato dal San Paolo all'Ippodromo e non volevano adargli la piazza per via dell'eemrgenza rifiuti mentre appena la settimana scorsa c'è stato l'ennesimo concerto di un artista straniero), "E' merito del ministro Stefania Prestigiacomo se l'iniziativa di piazza è stata promossa, assieme alla pubblicità per promuovere la raccolta differenziata", e simili. Meno male che ci stanno pensando loro a risollevare Napoli dalle brutture in cui l'ha precipitata la loro monnezza, altrimento non so come sarebbe finita....
Veramente non è ancora finita.
La monnezza è ancora lì.
Le regioni a parole hanno detto di si, si sono spartiti le quantità di monnezza ed hanno preventivato le entrate per arrotondare il loro budget. Però la monnezza è ancora lì.
Il pubblico deluso che ieri sedeva davanti al televisore, e quello in piazza hanno visto con una certa amarezza l'accostamento tra Pino Daniele e Gigi D'Alessio. Perchè D'Alessio è un grande artista di fama internazionale, ma rappresenta l'altra faccia di Napoli. Quella che sta cambiando.
Un fan di Pino Daniele, soprattutto del giovane Pino Daniele che ha esordito sui plachi di Napoli con le canzoni J' so' pazz e o' Scarrafone, è lontano anni luce dall'universo musicale un pò neomelodico e un pò commerciale del suo compeaesano.
Quando i pianeti diversi si avvicinano troppo succede sempre qualcosa. Ieri sera, i fischi di piazza del Plebiscito sono stati per D'Alessio. Ma lui ha accettato la sfida, ed ha intonato il suo duetto con Pino Daniele. Ha cantato o' scarrafone. E chissà cosa pensava.
Inizia oggi il "Vaimò" Tour.

lunedì 7 luglio 2008

La raccolta differenziata si impara in farmacia

A Napoli la raccolta differenziata si impara in farmacia, grazie a un'iniziativa patrocinata dall'assessorato alla Sanità della Regione Campania e la collaborazione delle 5 Asl napoletane. Ma non si tratta di sovrapposizione di compiti.
Semplicemente, le farmacie danno il buon esempio. Come già stanno facendo, d'altronde, da diversi anni. parola di federfarma, la federazione delle farmacie napoletane che praticano la raccolta differenziata dei medicinali scaduti e delle batterie esauste. E che, per le forniture dei farmaci, hanno ridotto a zero gli imballaggi, chiedendo ai fornitori di utilizzare sempre le stesse vaschette di plastica, riducendo praticamente a zero l’utilizzo di imballaggi di cartone.
La buona pratica non è mai abbastanza, e un'altra novità arriverà a settembre quando i farmacisti napoletani adotteranno solo imballaggi biodegradabili: buste, shopper e carta saranno realizzate con materiali di riciclo, che non danneggiano l’ambiente.
Dare il buon esempio è il modo ideale per guadagnarsi credibilità e l'autorità per spiegare le cose (ogni riferimento a chi non lo fa stavolta è puramente casuale), così Federfarma Napoli ha studiato un vero e proprio opuscolo in cui sono spiegate e catalogate le varie tipologie di rifiuto: la carta, il vetro, la plastica, l’alluminio, ma anche i medicinali, i rifiuti pericolosi, l’umido e il secco indifferenziato.
Ogni categoria elenca oggetti d’uso comune, in modo che il cittadino-utente della farmacia possa avere un quadro chiaro e semplice. Ad esempio, viene spiegato che piatti, posate e bicchieri monouso non sono da riciclare con la plastica, ma tra il secco indifferenziato. Allo stesso modo si ricorda che i giocattoli non sono plastica, così come i cartoni per bevande non vanno tra la carta.
Insomma, un piccolo prontuario per orientarsi quando si è alle prese con la raccolta differenziata. L’opuscolo, inoltre, spiega anche i vantaggi pratici della raccolta differenziata come, ad esempio, il fatto che «ogni tonnellata di carta raccolta in maniera differenziata e riciclata consente un risparmio di 14 alberi di alto fusto, circa 350 tonnellate di acqua e 250 kg di petrolio».

sabato 5 luglio 2008

Pompei degradata? Ci pensa il supercommissario

Un commissario speciale anche per gli scavi di Pompei. E' l'ultima trovata dell'illuminato ministro alla Cultura, Sandro Bondi, indignato per l'abbandono in cui versa il sito archeologico più visitato dal mondo. E allora, invece di spendere un pò di soldini pubblici per assunzione di personale che adegui i servizi, si inventa un nuovo superstipendio per un altro supercommissario e la sua corte di esperti che saranno impegnati a fare chissà cosa. Secondo le segnalazioni di repubblica (leggi l'articolo) la decisione spetta, nei prossimi giorni, al sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta assieme al sottosegretario per l'emergenza rifiuti Guido Bertolaso, entrambi esperti di archeologia. Tra i candidati più gettonati il prefetto Mario Mori, anche lui archeologo nato.
Le lagnanze sui supposti disservizi degli scavi sono state lette sul libro dei reclami: servizi igienici insufficienti, audioguide mal funzionanti, poche mappe del sito e ancor meno custodi. "E' un'ingiustizia", dicono i collaboratori del soprintendente ai beni culturali della Campania, Pietro Guzzo: "qui lavoriamo per sopperire alle mancanze del ministero, che non integra il personale che va in pensione; e della regione campania, che pormette soldi per le aperture straordinarie e non mantiene".
Il ministro Bondi lo definisce "un atto d'amore nei confronti della cultura". Di cui sarà protagonista "uomo di istituzione", che dovrà occuparsi dei conti, ma anche dell’ordine pubblico e della sicurezza. L’arrivo del commissario aiuterà, assicura Bondi. E servirà a prendere le decisioni che servono per tirare fuori Pompei da una situazione "che definire intollerabile è dire poco".
Tira aria di privatizzazione.
Il boccone è troppo ghiotto.
Ci sono interessi grossi in gioco, ed il conto è presto fatto, incluse le ragioni che sono all'origine del lamentato degrado che è in realtà abbandono e indifferenza:
  • l'area della città romana si estende per 66 ettari, ma soltanto 44 sono stati portati alla luce. Gli altri 22 restano in dolce attesa di fondi per le ricerche, perchè i pochi stanziati bastano appena per conservare i resti già portati alla luce.

  • I custodi sono soltanto 300, insufficienti per coprire la vasta area. Come conseguenza, molte delle "case pompeiane" non sono accessibili perchè prive di sorveglianza.

  • I guardiani notturni sono appena 20 e le telecamere non coprono tutta la'rea archeologica.

  • Nonostante l'emergenza rifiuti abbia spaventato i meno curiosi, Pompei resta il sito archeologico più visistato al mondo: l’anno scorso, 2.571.725 persone hanno staccato il biglietto a Pompei. Da gennaio a giugno 2008, i visitatori sono stati 1.243.839.

  • Il costo del biglietto è di 11 euro.