Un commissario speciale anche per gli scavi di Pompei. E' l'ultima trovata dell'illuminato ministro alla Cultura, Sandro Bondi, indignato per l'abbandono in cui versa il sito archeologico più visitato dal mondo. E allora, invece di spendere un pò di soldini pubblici per assunzione di personale che adegui i servizi, si inventa un nuovo superstipendio per un altro supercommissario e la sua corte di esperti che saranno impegnati a fare chissà cosa. Secondo le segnalazioni di repubblica (leggi l'articolo) la decisione spetta, nei prossimi giorni, al sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta assieme al sottosegretario per l'emergenza rifiuti Guido Bertolaso, entrambi esperti di archeologia. Tra i candidati più gettonati il prefetto Mario Mori, anche lui archeologo nato.
Le lagnanze sui supposti disservizi degli scavi sono state lette sul libro dei reclami: servizi igienici insufficienti, audioguide mal funzionanti, poche mappe del sito e ancor meno custodi. "E' un'ingiustizia", dicono i collaboratori del soprintendente ai beni culturali della Campania, Pietro Guzzo: "qui lavoriamo per sopperire alle mancanze del ministero, che non integra il personale che va in pensione; e della regione campania, che pormette soldi per le aperture straordinarie e non mantiene".
Il ministro Bondi lo definisce "un atto d'amore nei confronti della cultura". Di cui sarà protagonista "uomo di istituzione", che dovrà occuparsi dei conti, ma anche dell’ordine pubblico e della sicurezza. L’arrivo del commissario aiuterà, assicura Bondi. E servirà a prendere le decisioni che servono per tirare fuori Pompei da una situazione "che definire intollerabile è dire poco".
Tira aria di privatizzazione.
Il boccone è troppo ghiotto.
Ci sono interessi grossi in gioco, ed il conto è presto fatto, incluse le ragioni che sono all'origine del lamentato degrado che è in realtà abbandono e indifferenza:
Le lagnanze sui supposti disservizi degli scavi sono state lette sul libro dei reclami: servizi igienici insufficienti, audioguide mal funzionanti, poche mappe del sito e ancor meno custodi. "E' un'ingiustizia", dicono i collaboratori del soprintendente ai beni culturali della Campania, Pietro Guzzo: "qui lavoriamo per sopperire alle mancanze del ministero, che non integra il personale che va in pensione; e della regione campania, che pormette soldi per le aperture straordinarie e non mantiene".
Il ministro Bondi lo definisce "un atto d'amore nei confronti della cultura". Di cui sarà protagonista "uomo di istituzione", che dovrà occuparsi dei conti, ma anche dell’ordine pubblico e della sicurezza. L’arrivo del commissario aiuterà, assicura Bondi. E servirà a prendere le decisioni che servono per tirare fuori Pompei da una situazione "che definire intollerabile è dire poco".
Tira aria di privatizzazione.
Il boccone è troppo ghiotto.
Ci sono interessi grossi in gioco, ed il conto è presto fatto, incluse le ragioni che sono all'origine del lamentato degrado che è in realtà abbandono e indifferenza:
- l'area della città romana si estende per 66 ettari, ma soltanto 44 sono stati portati alla luce. Gli altri 22 restano in dolce attesa di fondi per le ricerche, perchè i pochi stanziati bastano appena per conservare i resti già portati alla luce.
- I custodi sono soltanto 300, insufficienti per coprire la vasta area. Come conseguenza, molte delle "case pompeiane" non sono accessibili perchè prive di sorveglianza.
- I guardiani notturni sono appena 20 e le telecamere non coprono tutta la'rea archeologica.
- Nonostante l'emergenza rifiuti abbia spaventato i meno curiosi, Pompei resta il sito archeologico più visistato al mondo: l’anno scorso, 2.571.725 persone hanno staccato il biglietto a Pompei. Da gennaio a giugno 2008, i visitatori sono stati 1.243.839.
- Il costo del biglietto è di 11 euro.
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