mercoledì 30 luglio 2008

La città militarizzata

Non ce n'erano abbastanza di militari, in Campania e per le strade di Napoli. Il regalo dei prossimo giorni sarà lo sbarco di altri 179 soldati in città. Qualcuno dice "solo" (leggi l'articolo su Corriere del mezzogiorno)
"Servono per garantire la sicurezza dei cittadini che si sentono minacciati", dice il governo che ha approvato questa nuova procedura d'urgenza inclusa nel "pacchetto sicurezza", mentre Tremonti è impegnato a tagliare dolorosamente i finanziamenti ordinari per le forze dell'ordine che sono costrette anche a pagarsi di tasca propria la divisa di ricambio.
La prospettiva di ritrovarmi un soldato a presidiare una manifestazione, una sede pubblica, una manifestazione, fa venire in mente Il Cairo. Nella capitale egiziana i turisti possono star tranquilli: nessuno farà loro del male, perchè c'è un militare col colpo in canna a ogni incrocio di strada e la sicurezza è garantita con la violenza.
Quello che è ammissibile in un paese solo velatamente democratico come l'Egitto (paese indipendente dal 1953, dove ogni 5 anni si svolgono le elezioni presidenziali con un unico candidato), non va bene per l'Italia. Quello che gli italiani non dovrebbero dimenticare è il rispetto dei diritti umani vessillo della comunità mondiale e la libertà di espressione sancita dalla costituzione, l'uguaglianza di trattamento e l'innocenza di tutti fino alla sentenza definitiva di un tribunale non politicizzato. Come accade in tutti i paesi civili. Come rischia di non accadere più nel nostro stato, dove i media hanno creato una tale fobia per lo straniero, il diverso, la minacciata invasione di chi viene nel nostro paese per rubarci il lavoro, stuprare le nostre donne e uccidere i nostri figli sotto l'effetto dei fumi dell'alcol.
Meglio l'esercito in strada. Meglio le manganellate nello stomaco se dico qualcosa che non sta bene al politico di turno. Meglio un emendamento salva Poste che legalizza la precarietà del lavoro, un decreto salva Rete4 che ci costa 350mila euro al giorno di multa dalla comunità europea (leggi Grillo), meglio salvare Alitalia con un aiuto di stato sanzionato dall'Europa e togliere la pensione a 760mila italiani che percepiscono 395 euro al mese. Infondo siamo nell'Italia che del progresso, che rincorre la globalizzazione, vuole rimanere nel G8 delle potenze industriali anche se 3/4 della sua geografia economica va nella direzione opposta e quindi bisogna adeguarsi:
  • centrali nucleari
  • termovalorizzatori
  • industrializzazione di massa
  • Tav dove c'è l'amianto
  • Ponte sullo stretto dove le placche terrestri portano Calabria e Sicilia in due direzioni opposte.

Ma c'è poco tempo. Cinque anni passano in fretta, se non si mettono a posto le cose. A cominciare dalla riforma della Costituzione italiana, l'ultimo baluardo della democrazia condannato ad andare in pensione.

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