martedì 15 luglio 2008

"Padre, non li perdonare"



"Padre non perdonare loro perchè sanno quello che fanno". Recita così lo striscione che i manifestanti di Chiaiano hanno esteso da una panca all'altra del Duomo di Napoli, trattenendosi a pregare in ginocchio sulla scalinata di marmo che porta all'altare (leggi l'articolo sul Corriere del Mezzogiorno).
Sotto la scritta c'erano i volti di tutti i colpevoli, senza distinzione di bambiera politica: il sindaco di Napoli Iervolino, il governatore Antonio Bassolino e il rpesidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ma anche il sottosegretario all'emergenza rifiuti Guido Bertolaso e l’ex supercommissario straordinario Gianni De Gennaro.
Sono arrivati in centro quasi cento anime per parlare con lui, il cardinale Sepe. Volevano fargli una piccola, semplice domanda: "La cava di tufo era di proprietà della curia di Napoli. Perchè l'hai venduta allo stato per farci una discarica?" Cosa vi hanno dato in cambio? Ma nessuno ha potuto fare nè la prima nè la seconda richiesta di chiarimento.
Il cardinale non ha concesso alcuna udienza. E così, nello stesso modo in cui erano pacificamente entrati nella chiesa che ospita le spoglie di San Gennaro, altrettanto pacificamente sono andati via dopo 5 ore di presidio. Con l'amaro in bocca e tanta delusione, perchè se neanche un servo di dio è più disposto ad accogliere le lagnanze di un gruppo di fedeli che cercano consolazione delle loro sofferenze nella chiesa (oltre a qualche spiegazione sul perchè il mondo funziona sempre nello stesso modo), allora vuol dire che i cittadini di Chiaiano hanno davvero toccato il fondo.

Berlusconi, però, rassicura il resto degli italiani: "Venerdì, durante il consiglio dei ministri a Napoli, annuncerò la fine dell'emergenza rifiuti".

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