lunedì 25 gennaio 2010

Un piede in due scarpe


Onore al merito. Quello di eludere regole e regolamenti per farla franca. l'Italia non è seconda a nessuno stato, ed ogni giorno si escogitano nuove soluzioni per farla franca. C'è chi non paga il canone Rai e chi diventa irreperibile per non farsi raggiungere da una notifica. Succede, ahimè, in Campania. E il mago del colpo di genio è Pasquale Giacobbe, eletto consigliere regionale nelle file della Margherita e primo cittadino di Pozzuoli con il Pdl (leggi l'articolo su Repubblica).
La storia è da chiarire. Perché in tutta questa complicata storia Giacobbe non voleva essere coinvolto, e fino allo scorso maggio di scarpa non ne calzava nemmeno una. Alle regionali del 2005 si era candidato con la Margherita, figurando come primo escluso. Siccome, poi, il vento sotto al Vesuvio ha cominciato a soffiare più forte a favore del Pdl, lui ha cambiato bandiera e la fortuna l'ha premiato due volte. Diventato sindaco di Pozzuoli a giugno, la sopraggiunta condanna di un eletto in regione ha reso vacante anche uno scranno nel maggior consiglio campano. Dove lui si è accomodato senza troppo protestare, nonostante avesse cambiato bandiera nel frattempo, e nonostante l'incompatibilità del doppio incarico.
Sindaco del centro destra al mattino nella mitica cittadina puteolana, consigliere regionale col Pd al pomeriggio. Ordinaria amministrazione!
Qualcosa è cambiato negli ultimi giorni, perché in Regione si sono accorti dell'inghippo ed è partita una lettera di notifica. Che non lo ha mai raggiunto, però. "Irreperibile", hanno detto gli agenti giudiziari sguinzagliati alla ricerca. "Ero malato. Anzi no, in vacanza", dice. E intanto sono scaduti i termini. Giacobbe resterà attaccato alla poltrona fino alla naturale scadenza del termine, in concomitanza con le elezioni regionali del prossimo 28-29 marzo.
Per rendere onore al merito, inciucio si aggiunge ad inciucio. Un legge prescrive che i candidati alle prossime regionali debbano dimettersi dalla carica di sindaco, pena incompatibilità della doppia carica. Ma da quell'orecchio Giacobbe proprio non vuol sentire, ed ha anzi ricevuto una deroga dal suo partito adottivo. il partito di Berlusconi gli concederebbe, nel caso voglia, di candidarsi al consiglio regionale senza doversi dimettersi. Le regole sono fatte per essere derogate, e i furbi, che non sono fessi, vincono sempre.
"Se il partito mi chiedesse di candidarmi...."

mercoledì 20 gennaio 2010

Rosarno come Pianura, 18 mesi dopo...

Succede così, in Italia. Gli immigrati più o meno clandestini sbarcano sul suolo patrio e spesso riescono ad aggirare i controlli delle forze dell'ordine andando a rimpinguare la manodopera più o meno clandestina, malpagata e sfruttata che a sud viene impiegata in agricoltura, a nord nei cantieri edili. Con disprezzo e noncuranza in ogni luogo.
Poi arriva qualche programma televisivo di sedicenti giornalisti. Fanno inchieste su commissione, per far scattare casi sociali e di cronaca. A Rosarno è successo così. In una fabbrica abbandonata nella piana di Gioia Tauro dove da anni vivevano, in condizioni precarie, improvvisate e prive di qualsiasi norma igienica decine, centinaia di braccianti extracomunitari a inizio del nuovo anno sono scoppiati disordini, violenze, episodi di intolleranza e manifestazioni xenofobe.
All'indomani degli scontri del 7 gennaio, Il Corriere della Sera (leggi l'articolo) racconta di "Centinaia di auto distrutte, cassonetti divelti e svuotati sull'asfalto, ringhiere di abitazioni danneggiate. Scene di guerriglia urbana a Rosarno, nella Piana di Gioia Tauro, per la rivolta di alcune centinaia di lavoratori extracomunitari impegnati in agricoltura e accampati in condizioni inumane in una vecchia fabbrica in disuso e in un'altra struttura abbandonata".
La stessa storia che si ripete, come un copione già scritto. La stessa storia che si consumò 18 mesi fa a Pianura, un quartiere di Napoli dove oltre 160 immigrati occupavano clandestinamente da 20 anni un gruppo di abitazioni fatiscenti e abbandonate dopo il terremoto del 1980. Lì il fragile filo della tolleranza è stato strappato dalla strage di castel Volturno, dove hanno perso la vita 6 spacciatori ghanesi (leggi l'articolo).
Proprio come nel più tragico dei copioni di un film mai girato, la sera precedente le comari di Pianura e le signore straniere prendevano il caffè davanti alla porta di casa, il giorno dopo gli immigrati gridavano slogan per il riconoscimento dei loro diritti e gli abitanti di pianura creavano un comitato a sostegno del loro quartiere considerato "di serie B". La ragione sta nel mezzo, ma nessuno l'ha ancora vista.

La mozzarella che piace a tutto il mondo


La Campania felix ha appena aggirato lo scandalo diossina e il rischio della tragica riesplosione dell'emergenza rifiuti che ecco, come le incivili orde barbariche che sgretolarono l'impero romano, tuonare le accuse di un ministro leghista contro un'eccellenza che tutto il mondo ci invidia.
La mozzarella di bufala dop sarebbe "annacquata".
"Non contiene il 100% di latte di bufala", denuncia Zaia in piena campagna elettorale sotto lo scroscio di applausi di Pdellini, leghisti e dei produttori caseari del nord che si sono arricchiti al vacillare dei concorrenti casertani e e salernitani dopo l'allarme diossina. Così, senza dire niente a nessuno, il ministro delle politiche agricole candidato alla presidenza della Regione Veneto punta a lasciare la carica con un colpo di teatro e "commissaria" il consorzio campano della mozzarella dop colpevole di non aver effettuato i debiti controlli. Lo racconta, tra gli altri, Repubblica di Napoli (leggi l'articolo).
Ma a chi vogliono darla a bere? Le accuse hanno troppo il sapore di una "bufala elettorale" montata ad hoc per riaccendere polemica e riflettori su un argomento che dà fastidio a troppi: la mozzarella di bufala dal sapore inimitabile che è possibile produrre solo da bufale allevate in un particolare contesto climatico e ambientale. Dal servizio de "Le Iene" andato in onda qualche settimana fa si aspettava solo che la bomba o orologeria esplodesse...
Il botto, però, è stato fiacco.Lle accuse prevedibili e replicabili una ad una.. se solo i media concedessero spazio alle notizie e non solo agli spot elettorali:
  • Non esiste la mozzarella prodotta con il 100% di latte di bufala, che "al naturale" risulta verdognolo e molto salato. La ricetta della vera mozzarella di bufala dopo prevede inevitabilmente una percentuale di latte vaccino, la cui quantità è però stabilita e periodicamente controllata dal consorzio.
  • Il consorzio campano della mozzarella di bufala non è stato commissariato. Lo ha dichiarato il vicepresidente del consorzio stesso in un'intervista al Corriere del Mezzogiorno (leggi l'articolo), annunciando solo l'arrivo di 4 tecnici da affiancare alle riunioni del Cda del Consorzio.
  • Le irregolarità denunciate dal ministro Zaia riguardano una parte infinitesimale dei controlli effettuati sulla mozzarella (In uno dei quaranta effettuati nel 2009 meno del 3% dei campioni analizzati sarebbe prodotta con una percentuale di latte vaccino superiore a quella autorizzata dal marchio dop. E non è ancora stata effettuata la "controprova")
Come in tutte le tragedie, però, non manca chi è pronto a cavalcare l'onda. Il neoeletto presidente della Provincia di Salerno, Cirielli (Pdl) lancia la sfida del secessionismo e raccoglie a sua volta il plauso degli elettori: perchè non creare ad hoc un consorzio salernitano?