mercoledì 26 ottobre 2011


Oggi faccio la napoletana”. Si è presentata così, Teresa De Sio, quando ha esordito martedì 25 ottobre al Circolo Dei Lettori di Torino, ospite dell'associazione culturale NoveLune. “E faccio la brigantessa, perché ho riscoperto una parte della storia della mia terra che parla di personaggi, uomini e donne, che sono stati protagonisti di storie importanti della mia terra ai tempi dell'unità d'Italia che si festeggia oggi. Molti scrittori detti revisionisti lo stanno raccontando come non ci hanno mai spiegato i libri di scuola, cercando di rimettere le cose a posto. Pino Aprile, con Terroni, è uno di questi”.

“Ma il mio è anche un brigantaggio intellettuale” sottolinea Teresa. “Mi piace raccontare le cose da un punto di vista altro, sperimentare suoni e messaggi nuovi, approfondire ogni sensazione e forma di comunicazione per non fermarmi ai prodotti precotti, omologati e insapore che ci propina il sistema di annichilimento di massa”.

Tra senso critico spietato e pietas ecco allora “Tutto cambia”, il nuovo album uscito il 20 settembre per raccontare la voglia di cambiamento, di sperimentazione e di comunicazione di Teresa De Sio attraverso la musica folk “che mette in movimento la gente, il corpo, l'intelligenza e per questo fa paura” e grazie alla forza del dialetto napoletano che influenza e condiziona il modo di esprimersi anche quando canta e parla in italiano. “Il degrado culturale che sta investendo il nostro paese, originato dalla politica, non è casuale, ma manovrato e voluto, perché solo in un humus fatto di ignoranza, rozzezza e volgarità può attecchire l'unico senso della vita che sono intenzionati a trasmetterci, quello ispirato dalla logica dell'acquisto come unico modo per essere felici e dare un senso alla propria esistenza”.

Stesso discorso per la musica – fa notare Teresa – Quella che ci propinano i mass media è costantemente caricata a salve, anestetizzante, priva di contenuti ma piena di canzoni che replicano se stesse come fantasmi” L'unica cosa importate da dire sembra la crisi di coppia, mentre sono infiniti gli argomenti che meritano di essere messi in musica”. Un moto di orgoglio nazionale la scuote. “Che diamine, siamo italiani! Possiamo vantare un vasto patrimonio musicale che affonda le radici nella canzone tradizionale, napoletana e non solo, e che è patrimonio dell'umanità intera. Quella stessa musica e quei medesimi contenuti che non passano i media perché il movimento fa paura. Ma quel movimento comincia a conquistare le coscienze”.

Dal generale al particolare, Teresa De Sio dedica una riflessione anche alla sua Napoli: “Il mondo dei vicoli e degli scugnizzi non esiste più. Napoli è cambiata. La criminalità la fa da padrone e il brutto sta superando il bello, che pure è tanto a Napoli e non bisogna dimenticarlo”. E questo degrado sta invadendo tutti i settori. “Oggi anche la musica e la poesia sono cambiate. La vittoria della parte rozza e violenta della città non ha prodotto l'aberrazione culturale dei neomelodici, sdoganati dagli intellettuali come la nuova voce della città, ma che sono l'emanazione della medesima cultura che mette le pistole in mano ai ragazzini”.

Teresa De Sio sarà nuovamente a Torino in concerto il 21 gennaio 2012.