giovedì 8 gennaio 2009

Si facesse i fatti suoi...

"Iervolino e Bassolino devono dimettersi".E' questo il motto che ormai accomuna il Pd nazionale, i suoi politici che finalmente si trovano uniti e concordi su qualcosa. Non la riforma della scuola e il lodo Alfano, non la finanziaria approvata in sordina senza che nessuno parlasse dei suoi tagli selvaggi su tutto nè sulla questione dell'Alitalia svenduta allo straniero.
Macchè!
"Non si pubblica la registrazione!" Potrebbero venir fuori rivelazioni più piccanti di vallettopoli, meglio non rischiare. Meglio che Iervolino e Bassolino si dimettano per accelerare la formazione di un'era nuova.
"Bisogna dare un segnale forte", ha fatto sapere veltroni, che presto sarà di nuovo a napoli per presentare il suo uomo. Il torinese Enrico Morando si appropinqua all'ombra del Vesusio nei panni di commissario - ombra al posto del dimissionario (ma chi lo aveva eletto) fuggitivo Luigi Nicolais. Tutta un'altra storia.... Ehm...

martedì 6 gennaio 2009

Il rimpasto

La Campania e Napoli hanno bisogno di un profondo rinnovamento della sua classe politica, e non solo.
Mutamento, inversione di tendenza, cambio di rotta, e non soltanto un superficiale maquillage per imbiancare la facciata un po' stinta e continuare sempre con la solita musica.
Il sindaco Rosa Iervolino Russo ha nominato "ben 6 nuovi assessori", e non vuole chiamarlo rimpasto. "E’ un governo di piena innovazione", ha detto. E i vertici del Pd hanno risposto che va bene così.
A conti fatti, conviene a tutti. Il Pd "decentrato" (perchè ogni governo cittadino decide come più gli aggrada) mantiene l'amministrazione a Napoli e in Campania in attesa che scadano i giorni naturali del mandato popolare. Nell'attesa il partito veltroniano si auto-commissaria, inviando a Napoli il sabaudo Enrico Morando.
L'alternativa sarebbero state le elezioni anticipate, e in questo momento della sua esistenza il Pd non se lo può proprio permettere. Soprattutto a Napoli, dove la preponderanza del Pdl berlusconiano sarebbe schiacciante, e i dipietristi (l'unica alternativa giustizialista alla destra) non sono mai andati molto di moda sotto il Vesuvio.
Meglio temporeggiare.
Intanto il governo centrale prepara una riforma della giustizia che, nella sostanza, depenalizza i truschini.
Ci saranno meno indizi perchè riportando la polizia giudiziaria sotto l'egida del ministero degli interni piuttosto che sotto gli anarchici Pm. Così si riduce la raccolta degli indizi.
Un'apposita legge limita l'accesso alle intercettazioni telefoniche riducendo al minimo il loro utilizzo per consentire a tutti di vivere felici e contenti. Altro che calciopoli, e compagnia cantando!
L'ignoranza dei fatti è la medicina più dolce per tutti i mali. Meglio che le manette scattino contro i giornalisti che non tengono chiusa la bocca, e i direttori dei quotidiani che non applicano la censura.
C'è bisogno di un nuovo Minculpop.
A Roma ci penseranno da domani. A partire da Napoli.