venerdì 25 luglio 2008

La moltiplicazione dei commissari

L’Italia va verso il federalismo: i poteri dello stato passano gradualmente agli enti locali che potranno gestire le tasse, i servizi, i guadagni sulle proprie risorse come già fanno per la sanità e i parchi. Ma mentre nel resto della penisola tutto questo diventa ogni giorno sempre più realtà e i politici cominciano a spartirsi le competenza, in Campania si va al contrario come i gamberi: qui tutto viene commissariato, a partire dalle poche competenze già di gestione locale che possono fruttare quattrini. Si è cominciato dai rifiuti per passare alle bonifiche, ma i milioni di euro stanziati per le varie emergenze non sono nemmeno passati da quelle parti e solo negli ultimi tempi si comincia a vedere una tinteggiata di facciata che dura qualche giorno in più.
A inizio luglio lo stato ha commissariato gli scavi di Pompei, il gioiellino archeologico che il mondo ci invidia, perché si tratta di una città romana conservata intatta dopo 2mila anni di storia per colpa e grazie all’eruzione vulcanica del 69 d.C. che attira ogni ano 2,5 milioni di turisti con un indotto milionario: ci sono pochi bagni e pochi sorveglianti, così troppe ville non possono essere visitate dai turisti.

Ho fatto un po’ di conti. Tra aprile e ottobre affluiscono a Pompei almeno 20mila turisti al giorno, che trascorrono l’intera giornata a passeggiare in via dell’Abbondanza per fare capolino alla Villa dei Misteri: nell’arco di una giornata almeno una volta dovranno espletare le loro esigenze fisiologiche, diciamo il 10% ogni ora. Che significa 2mila persone che si avvicendano nei pochi servizi igienici disseminati agli ingressi degli scavi.
E allora, invece di spendere soldi per costruire più bagni, o per assumere i custodi in sostituzione di quelli andati in pensione, o per avviare gli appalti per il restauro degli affreschi, paghiamo lo stipendio di un altro supercommissario.
In consiglio regionale il gruppo del Pdl chiede di accelerare le pratiche per il commissariamento della Sanità campana, e la Rosetta Iervolino fa appello allo stato per gestire i lavori della metropolitana di Napoli.
Infatti “Sta per essere nominato dal Governo un commissario per la metropolitana che possa gestire la situazione con il compito di velocizzare i lavori e di proteggere il patrimonio archeologico che emerge dagli scavi”, annuncia, riferendosi ai cantieri della linea 2 avviati da parecchi anni, e che si intoppano di continuo non solo per la mala gestione locale.

Non è colpa dei tecnici o di chi fa gli scavi se a Napoli, ogni volta che fai un buco, viene fuori un reperto archeologico che blocca i lavori per mesi. Perché nel frattempo deve essere interpellata la sovrintendenza per i beni archeologici e artistici, e quella di Napoli è costituita da 4 o 5 archeologici e una miriade di stagisti che si avvicendano alla scrivania ogni 3 mesi. Un po’ pochini per la concentrazione di reperti e di opere d’arte collocate nell’area e così l’ispezione slitta di giorni in giorno, settimana in settimana, mentre i cantieri della metro rimangono fermi chissà per quanto.
Per fortuna, adesso, ci penserà il supercommissario. Un uomo unico che dovrà occuparsi dei lavori per la metropolitana a Napoli e a Roma, anche se “lì non sono stati ritrovati reperti belli come i nostri”, spiega la Iervolino.
Il commissario per le metro di Roma e di Napoli potrebbe essere nominato già nel prossimo consiglio dei ministri, il 1 agosto. Il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi ha spiegato di aver ricevuto su questo argomento una accorata lettera del sindaco di Napoli Rosa Iervolino e di averne parlato anche con il sindaco di Roma Alemanno. Ancora nessuna indiscrezione sul nome del prescelto, ma , da quanto si è appreso, si pensa ad un funzionario di alto valore dello stesso ministero dei beni culturali.

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