Lo spettacolo musicale che 30mila napoletani hanno potuto godere dal vivo in piazza del Plebiscito è stato negato a tutto il resto della penisola. Pino Daniele ha messo insieme la band di quando, trent'anni fa (c'erano De Piscopo, James Senese, Rino Zurzolo, Tony Esposito e Joe Amoruso), ha esordito nel panorama della musica italiana con il suo stile di ragazzo arrabbiato che racconta tutte le cose che non funzionano, e la diretta Rai si è svolta nel back stage.
"Se proprio bisogna dare una definizione a questo concerto - si legge sulle pagine de Il Gionale (leggi), è stato il trionfo della vitalità di un sound, quello italiano, che va ben oltre le rigide definizioni e riesce a mescolare influenze africane, americane, mitteleuropee in una festa di suoni che nessun Paese del mondo riesce ad avere così nitidi, così netti", peccato che abbiano potuto ascoltarlo solo i pochi eletti che ieri sono scesi in piazza (per la cronaca, doveva trattarsi di un biglietto "pagato" con la spazzatura riciclata, invece è stato venduto a 25 euro!!!).
Tra pubblicità (cinque interruzioni lunghe lo spazio di un'intera canzone) e interventi dietro le quinte, le canzoni "fruibili" dai telespettatori saranno state 4, al massimo 5. Per fare cosa? Per comunicare che? Se lo chiede anche l'articolo di oggi sul quotidiano La Stampa (leggi) .
Trentamila anime in piazza, per ascoltare il sound di un artista icona di Napoli e della napoletanità. Ma la presentatrice, Milly Carlucci, assoldata da una rete televisiva statale che dovrebbe rispondere alle esigenze di chi paga il canone, ha soltanto avuto premura di fare bene la sua campagna elettorale filo governativa.
"Infinite grazie al governo che ha permesso a tutto il pubblico televisivo di godere lo spettacolo" (il concerto era stato spostato dal San Paolo all'Ippodromo e non volevano adargli la piazza per via dell'eemrgenza rifiuti mentre appena la settimana scorsa c'è stato l'ennesimo concerto di un artista straniero), "E' merito del ministro Stefania Prestigiacomo se l'iniziativa di piazza è stata promossa, assieme alla pubblicità per promuovere la raccolta differenziata", e simili. Meno male che ci stanno pensando loro a risollevare Napoli dalle brutture in cui l'ha precipitata la loro monnezza, altrimento non so come sarebbe finita....
Veramente non è ancora finita.
La monnezza è ancora lì.
Le regioni a parole hanno detto di si, si sono spartiti le quantità di monnezza ed hanno preventivato le entrate per arrotondare il loro budget. Però la monnezza è ancora lì.
Il pubblico deluso che ieri sedeva davanti al televisore, e quello in piazza hanno visto con una certa amarezza l'accostamento tra Pino Daniele e Gigi D'Alessio. Perchè D'Alessio è un grande artista di fama internazionale, ma rappresenta l'altra faccia di Napoli. Quella che sta cambiando.
Un fan di Pino Daniele, soprattutto del giovane Pino Daniele che ha esordito sui plachi di Napoli con le canzoni J' so' pazz e o' Scarrafone, è lontano anni luce dall'universo musicale un pò neomelodico e un pò commerciale del suo compeaesano.
Quando i pianeti diversi si avvicinano troppo succede sempre qualcosa. Ieri sera, i fischi di piazza del Plebiscito sono stati per D'Alessio. Ma lui ha accettato la sfida, ed ha intonato il suo duetto con Pino Daniele. Ha cantato o' scarrafone. E chissà cosa pensava.
Inizia oggi il "Vaimò" Tour.
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