martedì 1 aprile 2008

Parlar male di una città non è reato


Parlar male di una città e dei suoi abitanti non è reato. Diffamare luoghi stupendi, mettere in ginocchio un'economia, distruggere il turismo e una specialità alimentare protetta, abbinare una terra all'immagine deplorevole con cui è stato bombardato il mondo negli ultimi mesi diventa un'azione tollerabile. Anzi, tollerata.
Allora possiamo parlar male di milanesi, torinesi, triestini, bolognesi, fiorentini, romani e palermitani. Chi ha l'abitudine di parlar male degli altri forse pensa si tratti di un'usanza costruttiva, che la magistrastura ha confermato.
I giornali passano la notizia sotto silenzio. Ma lo ha ribadito ieri il Pm Maria Cristina Palaia quando ha archiviato la denuncia di Antonio Pagano, presidente dell'Associazione culturale "Due Sicilie" (visita il sito), che si era sentito leso dall'insulto di Calderoli. Secondo l'ex vicepresidente del Senato Napoli è "una fogna da bonificare, infestata da topi da eliminare con qualsiasi strumento, e non solo fingere di farlo perchè , magari anche i topi votano". Ma, sempre secondo Calderoli, "qualsiasi trasferimento di risorse a questa città sarebbe assurdo e ingiustificato"
Vabbè che stiamo parlando di un leghista abituato, per suo stesso dire, a fare e pronunciare "porcate". Ma tutto ha un limite.
Secondo il Pm, invece, "Occorre che la persona a cui l'offesa è diretta sia determinata ovvero individuabile. Il reato non si configura se l'atteggiamento che si ritiene denigratorio e lesivo sia riferibile a una generalità di soggetti non identificabili specificamente".
L'associazione Due Sicilie non ci sta. Non si passa così facilmente sopra un affronto così infamante. Secondo il presidente Pagano l'offesa arrecata dalle parole di Calderoli, "contrariamente a quanto afferma il Pm, consentono una precisa individuazione delle parti offese, tanto più quando a proporre querela è proprio una di queste in nome proprio e per conto dell'associazione che rappresenta, composta in gran parte da napoletani".
Archiviazione rimandata. Il Gip ha rinviato la comparizione davanti alla camera di consiglio davanti al Gip al 19 giugno per un difetto di notifica degli atti da parte dello stesso caderoli. ma nell'opposizione all'archiviazione l'avvocato Paolo Mele presenta delle richieste precise:


  • Ascoltare le motivazioni che stanno alla base della denuncia per diffamazione presentata da Antonio pagano

  • Interrogare lo stesso Roberto Calderoli perchè precisi il significato che itnese attribuire alle frasi su cui è stato basato l'esposto.

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