A Roma è il giorno del gay Pride, l'orgoglio di essere omosessuale e il coraggio di ammetterlo pubblicamente. Il resto dell'Italia, però, non sembra accorgersene.
A Napoli, nella stazione di San Giovanni a Teduccio, ieri si è consumata anche un'aggressione ai danni di due omosessuali colpevoli solo di avere delle tendenze sessuali diverse dalla sedicente normalità. Un gruppo di circa 10 giovani li ha pestati con violenza, con duri colpi al volto, e gli altri passeggeri sono rimasti semplicemente a guardare. Come se non stesse accadendo niente. Come se la solidarietà partenopea che ti fa accorrere quando qualcuno è in difficoltà non avesse alcun valore per i gay.
A Roma c'è stato il Gay Pride. Tutto si è svolto con ordine, senza scontri nè manifestazioni di protesta. Mancava però l'ufficializzazione della festa: secondo il ministro Mara Carfagna, che non ha partecipato alla sfilata e non ha voluto concedere il suo patrocinio alla festa, sembra che le Pari opportunità non valgano per gli omosessuali. Cioè, secondo la ministra per loro le pari opportunità già esistono e non c'è bisogno di continuare a ribadirle con colorate sfilate. Al primo posto, oggi, c'è la lotta per la conquista dell'uguaglianza soprattutto per donne e disabili. Per gli altri si è già dato. Si adeguino.
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