Attualmente in Campania c'è una sola discarica ancora funzionante. Quella di Macchia Soprana, a Serre, con una capienza di 95mila tonnellate. In teoria.
La pratica, notizia di oggi sulle pagine del Mattino (leggi), è il rischio di uno stop a causa delle indagini della superprocura sulla malagestione del sito.
L'inchiesta avviata dai Pm della procura di Salerno ipotizza, al momento, il reato di sversamento abusivo, alla luce delle perdite di percolato e di materiale di risulta dalle vasche di Serre. Lo ha accertato la consulenza dell'Arpac, che ha fatto scattare l'inchiesta ora trasmessa alla superprocura di Napoli come stabilito dal decreto Berlusconi. Se ne occupano i sostituti procuratori Milena Cortigiano e Antonio D’Alessio.
Il risultati che emergerebbero dall'ennesimo scandalo sui rifiuti corrono il rischio di trasformarsi in una nuova battuta di arresto il programma salva Campania, visto che la discarica di Serre è l'unico sito dove è ancora possibile sversare i rifiuti senza esportarli come graziosi souvenir del golfo.
Riapertura e ampliamento della discarica di Macchia Soprana sono l'alternativa trovata dallo scorso governo in alternativa al nuovo sito in Valle della Masseria, sempre a Serre, ma da realizzare all'interno di un'area protetta a tutt'altra vocazione. Già «la discarica di Macchia Soprana - racconta Toni Mira, inviato di Avvenire e collaboratore del sito la nuova ecologia (leggi) - si trova in mezzo a un bosco di querce, in pendenza, la strada per arrivarci è stretta, sterrata e a curve».
Intanto La Procura di Napoli ha raccolto i dati dell’incidenza dei tumori tra le famiglie che vivono nei pressi della discarica di Pianura. Il dato è sconvolgente: i casi finora già appurati dai pm sono 60 e la maggior parte riguardano il linfoma di Hodgkin. Secondo il consulente della Procura, la gravissima forma tumorale potrebbe essere riconducibile alle sostanze tossiche sversate negli anni nella discarica e già tracciate dagli inquirenti. Potrebbe essere per la prima volta dimostrato in maniera certa e definitiva il nesso causale fra il
traffico di rifiuti tossici e la diffusione dei tumori fra gli abitanti della zona.
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