mercoledì 11 giugno 2008

La Superprocura parla napoletano

Ieri il Csm (Consiglio Superiore della Magistratira) si è riunito in seduta congiunta. Al plenum hanno partecipato tutti i membri del consiglio. Dovevano dare un loro parere sul primo decreto legge del governo Berlusconi, che investe con un intervento militarizzante e antidemocratico l'intero territorio campano per risolvere il problema della monnezza. Questo il Csm non poteva dirlo, però. Il Ddl è già stato approvato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (che a sua volta non poteva bocciare il primo moto legislativo del Berlusconi quater per non farsi additare come un comunista). Nella riunione al Palazzo dei Marescialli, però, il parere del Csm è stato chiaro. Difficile fraintendere il contenuto di un documento d'indirizzo che da stamattina è sulla scrivania del ministro Angelino Alfano: Alcune norme del decreto leggesull’emergenza rifiuti rischiano di creare «situazioni di graveconflittualità all’interno e fra gli uffici giudiziari della Campania», con «evidenti ricadute sul piano dell’efficienza». Inparticolare, l’ipotesi di istituire una sorta di superprocurà a Napoli e di un ufficio Gip/Gup che abbia competenze sui reatiambientali commessi in tutta la Campania, introduce «un elemento anomalo nel sistema della competenza territoriale»: sarebbe«meglio» far riferimento alle due Corti di appello campane, Napoli e Salerno, oppure attribuire la competenza «in via generale alle Procure della Repubblica aventi sede nei capoluoghidi ogni distretto».

Forse questa relazione il presidente Berlusconi non l'ha letta. O forse ha fatto finta di non capirla. Ha appena lasciato Napoli dove, sorridente, in una conferenza stampa ha riferito che anche il Csm ha approvato il decreto (leggi articolo del Sole24ore) che in Parlamento, a Roma, sta passando al vaglio gli emendamenti di maggioranza e opposizione (vedi post).
«Il decreto che abbiamo fatto è stato anche visto e riconosciuto con un suo parere dal Consiglio Superiore della Magistratura. È una soddisfazione per noi vedere come la decisione di ripristinare l’autorità dello Stato, che dovevamo assumere e non poteva essere diversa sia riconosciuta», ha detto.
Il Ddl sarà approvato per maggioranza di voti (tutti gli eletti del centro destra) ma non all'unanimità. «Noi apprezziamo lo sforzo del relatore - spiega il capogruppo dell’Idv in commissione Giustizia Federico Palomba - ma non abbiamo potuto fare altrimenti perchè tutti i nostri emendamenti migliorativi del testo sono stati respinti nella commissione di merito». «Noi vogliano collaborare alla soluzione dell’emergenza rifiuti - aggiunge il deputato - ma il governo ha rifiutato la nostra collaborazione. Si dichiara disponibile al dialogo a parole, ma poi, nei fatti boccia tutte le nostre proposte costruttive. Non servono magistrature speciali e straordinarie, come suggerisce il decreto, ma bisogna far funzionare quelle che ci sono. Altrimenti si stravolge l’ordinamento e si rende più inefficiente l’amministrazione della giustizia».

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