Si chiuderà domani il penultimo capitolo del Processo Spartacus. Sta per pronunciarsi tra qualche ora la Corte d'Appello del Tribunale di Napoli, per confutare o riconfermare le condanne al Clan dei Casalesi, il nome dato ai camorristi hanno collocato la loro centrale operativa a Casal di Principe, in provincia di Caserta.
La notizia è su tutti i giornali (leggi l'articolo su Repubblica ). Da quando, nell'ottobre 2006, Roberto Saviano ha detto di essere stato minacciato di morte a causa delle scottanti rivelazioni scritte nel saggio - denuncia "Gomorra" (pubblicato diversi mesi prima e confinato a prender polvere negli scaffali delle librerie di periferia fino a quel momento) e da allora è sotto scorta ma si è trasformato in un giornalista e scrittore alla moda, i Casalesi e il Processo Spartacus sono il fatto di cronaca più interessante. Il più letto. Il più seguito. E milioni di italiani attenderanno il responso del giudice per il secondo atto di una vicenda giudiziaria originata dalle indagini condotte dal 1993 al 1998 dalla Procura Antimafia di Napoli (a partire da quelle prime condotte dal pm Franco Roberti - su cui si è espressa in primo grado la procura di Santa Maria Capua Vetere.
Otto anni di processo, 95 condanne tra cui 21 ergastoli. in carcere già 2 dei 4 capi del clan: Francesco Schiavone detto Sandokan e Franco Bidognetti, Cicciotto 'e mezzanotte, la cui compagna è diventata una collaboratrice di giustizia. Ancora latitanti Michele Zagaria, Capatosta, e Antonio Iovine, 'o ninno.
Grazie ai documenti che sono nelle mani della Procura, domani potrebbe chiudersi in via semidefinitiva (resta ancora la Corte di Cassazione per un eventuale ricorso delle parti) un grosso e spiacevole capitolo della storia campana. L'Italia interà potrebbe risollevarsi dopo un nuovo maxiprocesso contro la malavita organizzata come nei gloriosi tempi dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Lo stop definitivo al giro d'affari da 30 miliardi di euro (che ha fatto allargare l'indagine alle decide di procedimenti penali paralleli su connivenze, appalti truccati, estorsione, smaltimento illecito di rifiuti speciali omicidi, appalti, droga e truffa allo stato) potrebbe riscrivere la storia di un paese intero. Una storia con tanti se e molti ma, dove l'articolo che occupa 3 pagine del quotidiano Repubblica di oggi è firmato da Roberto Saviano, lo scrittore che ha lucrato sulla tragedia di un popolo ripetendo le storie che si leggono tutti i giorni sui quotidiani locali e che la stampa nazionale non si è mai degnata di leggere. Di più: l'articolo che parla del processo Spartacus è rifilato tra le pagine di R2, quelle destinate alla cultura, ed ha la firma originale di un "copyright" di Roberto Saviano. Pubblicato con gli arrangiamenti, correzione, revisione, aggiustamenti, aggiunte ed espedienti vari di un agente letterario.
In casi come questi la cronaca giudiziaria sarebbe meglio lasciarla fare ai giornalisti, piuttosto che scrivere tra le pagine di un quotidiano la bella pagina di un romanzo d'autore dove, alla fine della storia, il protagonista cattivo ha paura della punizione divina, si pente di tutte le sue colpe e fa la spia.
mercoledì 18 giugno 2008
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