mercoledì 19 marzo 2008

Ministro del nord est: federalismo o secessione?


La dualità del paese Italia si moltiplica con l'avvicinarsi del giorno X per le elezioni politiche. In opposizione alla vessata quaestio meridionale adesso è nata anche la "questione settentrionale", la risposta politica alla spinta autonomista e un pò infantile delle regioni del nord est governate dalla destra e macchiate di razzismo nei confronti del sud Italia che sostengono di mantenere economicamente (perchè sono loro che pagano le tasse!!!). Ne parla oggi Emanuele Macaluso in un editoriale de La Stampa: dati Svimez alla mano (la Smimez è l'associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno che ha lo scopo di promuovere lo studio delle condizioni economiche del sud Italia, al fine di proporre concreti programmi di azione e di opere intesi a creare e a sviluppare le attività industriali) si conferma l'allargamento del divario tra Nord e Sud del paese, che promette di incrementare in questo 2008 con risultati tutti a sfavore del meridione.
Nessuna proposta per il rilancio del sud, però per battere gli avversari sul loro stesso cmapo veltroni ha promesso di inventare il ministro del nord est!
"Il Paese non si riprende se il sud non decolla" ha decretato Mario Draghi, governatore della banca d'Italia. Ma la "questione meridionale" è sparita dal vocabolario della politica.
Nei programmmi elettorali della destra il sud compare solo alla voce "Ponte di Messina" come la manna che dovrebbe salvare Calabria e Sicilia da chissà quale sciagura causata da una striscia di mare che è lì da millenni. Anche la sinistra preferisce tacere, non essendo in grado di rinnovare la classe politica locale che si è macchiata delle più nefande colpe che ora gravano sulla popolazione.
Colpa di tutti diventa colpa di nessuno.
Mal comune, però, non diventa mezzo gaudio.

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