
Aforisma emblematico e sconcertante assieme.
Come se la napoletanità di chi ha scritto quello striscione fosse una colpa da espiare attraverso un percorso catartico di ammissione della colpa per la sua remissione.
- Avvilire la propria identità
- negare le origini
- rinunciare al senso di appartenenza
- rifiutare qualsiasi legame con il passato e i valori che sono alla base dell'individuo

NAPOLETANO MA GOBBO. Lo striscione è stato un modo per chiedere scusa al mondo di essere nati a Napoli, o di avere le proprie origini in quel sud fornace di ogni colpa e catastrofe. Dopo le scuse, si mette in risalto l'attenuante, l'escamotage che si è fatto veicolo del riscatto: sono tifoso della Juventus, però.
Gli ultrà rappresentano quella figura mitologica per metà uomo e per metà bestia che utilizza la passione sportiva come maschera per camuffare l'odio, il razzismo e la violenza che non ha modo di sfogare nella vita quotidiana. E allora giù con gli striscioni infamanti, i cori aggressivi, gli atti vandalici e le aggressioni dentro e fuori dallo stadio contro chi è colpevole di avere un'identità diversa da quella a cui appartiene il teppista di turno.
La "punizione esemplare" del 31 agosto, in occasione di Roma-Napoli, poteva essere l'occasione per dimostrare la linea dura che si intendeva perseguire a partire da questa nuova stagione sportiva, e invece si è trasformata in una violenza diretta verso una realtà che stava provando a rialzare la testa dopo essere risalita a fatica dal baratro in cui altre società sportive non erano state precipitate pur vertendo nelle stesse o peggiori condizioni.
Certe cose fanno pensare...