lunedì 7 febbraio 2011

L'università senza storia e senza terroni


Gli Atenei del sud esclusi dall'agenzia che valuterà le performance universitarie e deciderà i fondi da stanziare ad ogni università. Basta anche studiare storia, italianistica, estetica e archeologia. Nell'Italia “verde”de futuro, del progresso, del lavoro non serve saper parare correttamente la propria lingua e conoscere la storia.

La notizia (difficile anche solo da trovare sul web) è una diretta e logica conseguenza della riforma voluta da Mary super star, che ha suddiviso gli atenei tra quelli di serie A e quelli di serie B, suddivisi per classi di merito mai ben specificate. Anche oggi che i giornali continuano a parlare di tutto, tranne di ciò che realmente interessa alla gente: la classe operaia del nord che dice no ai diritti calpestati ma che aveva taciuto fino ad oggi che la Fiat aveva calpestato solo i diritti degli operai del sud; gli studenti e i docenti del sud che dicono no ad una riforma che cancella la forma mentis dell'intellettuale e del meridionale dicendo che non ha più senso di esistere.

Fin troppo chiaro il disegno criminoso di chi, seduto al tavolo delle decisioni (il consiglio dei ministri) ha selezionato i membri che faranno parte del consiglio direttivo dell'Anvur (l'agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca).

Il Governo, e ci risiamo, è caduto nella cattiva abitudine di dividere la cultura in discipline buone e discipline cattive, alias inutili. Come di discriminare le università a seconda della location. E, sisa, dopo Roma non c'è mai stato niente di buono...

Alias: i 7 prescelti dalla Gelmini sono: Fiorella Kostoris e Andrea Bonaccorsi, economisti; la sociologa Luisa Ribolzi; il Genetista Giuseppe Novelli; il veterinario Massimo Castagnaro; il fisico Stefano Fantoni e l'ingegnere Sergio Benedetto.

Un'ultima chicca, come spunto per una riflessione personale: la riforma dell'università è stata approvata soltanto a fine dicembre 2010. Il MIUR, però, ha chiuso il bando per la presentazione delle candidature all'Anvur già lo scorso 30 settembre.

“Ho detto tutto”, spiegava il principe.

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