lunedì 7 febbraio 2011

I finti fannulloni di Pomigliano





Li avevano spacciati, gli operai di Pomigliano, come i fannulloni per antonomasia, colpevoli di assentarsi di assenteismo ingiustificato nel giorno della partita come per ogni altra pretestuosa occasione; lo avevano giustificato, i politici, come un provvedimento contrattuale unico nel suo genere, che non si sarebbe ripetuto, ma serviva per dare l'esempio sul modo di comportarsi e lavorare; avevano taciuto, quelli della Fiat, sulla realtà dei fatti: un articolo del contratto pensato per Pomigliano e firmato coscientemente dal Governo, recita che il caso Pomigliano, la firma di quel contratto, avrebbe fatto da apripista ad altri contratti uguali.

Per la Fiat che sceglie il sindacato per rappresentare i suoi dipendenti, rifiuta il contratto nazionale dei lavoratori, nega i diritti conquistati in lunghi anni di scioperi e di proteste; per le altre piccole e medie aziende che si sentiranno autorizzate a seguire l'esempio di una multinazionale che di italiano ha soltanto i soldi con cui un Governo connivente e indifferente continua a finanziare.

Oggi l'Italia si sveglia a e accorge che, ops, i fannulloni di Pomigliano si sono rivelati essere lo stabilimento Fiat con il più basso tasso di assenteismo e quindi quel contratto pensato per punire i fannulloni andava esteso a chi fa più assenze più o meno giustificate. Quindi a Mirafiori, Torino. E poi, già che ci siamo, a Melfi, Cassino, Termoli.... E perché no, a tutta la categoria dei metalmeccanici, dei dipendenti, degli italiani e degli esseri umani.

Quando è stato il giorno di Pomigliano, nessuno ha voluto ascoltare il campanello d'allarme. Secondo i “lavoratori” benpensanti i terroni, i fannulloni, gli scansafatiche che rubano lo stipendio meritavano quella punizione. Avevano dimenticato di essere lavoratori, italiani, esseri umani. Oggi che la frittata è fatta si riscoprono Fratelli d'Italia, come ogni volta che c'è da chiedere aiuto.

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