
"Da 100 anni sono abituati a non ricevere altro che Befane: un ponte qui, una strada là, un pò di appalti, qualche ufficio dalle atribuzioni vaghe che fornisse soltanto un pretesto alla distribuzione di qualche impieguccio...". La Cassa del Mezzogiorno puntava ad agganciare il meridione allo sviluppo industriale del nord. Il risultato sono state le cattedrali industriali senza forza lavoro, le cattedrali nel deserto che costellano vaste aree incolte e disabitate della Puglia, della Calabria e della Campania felix. Ciò che non hanno capito ancora molti politici italiani, o forse fanno finta di non capire, è che l'Italia è divisa anche per vocazione economica. Le fabbriche sotto al Vesuvio o nel Tavoliere delle Puglie non hanno ragione di esistere, perchè il futuro non va in quella direzione. Di queste mie idee per uno sviluppo sostenibile parlerò altrove, magari in una lettera a Napolitano.
A quasi sessant'anni d

Una nuova cassa, allora. E siccome il vecchio forziere è rotto (le casse dello stato piangono e preparano una manovra fiscale in extremis per dimostrare che da noi la crisi finanziaria non c'è mai stata, perchè i conti in rosso li avevamo anche prima), inventriamoci qualcosadi nuovo.
Anzi, di più vecchio della CasMez: un Piano Marshall formato mezzogiorno.

Nessuno sa ancora di cosa si tratti (leggi Corriere della Sera ), ma tutti sanno che ci sarà. Con 27 miliardi di euro da gestire fino al 2013. La torta non sarà molto più grande di quella che c’è oggi sul piatto, ma le bocche da sfamare saranno molte di più. Con l'aggiunta di un nuovo ente da gestire e finanziare.
E Lombardo ha cominciato già a riscuotere i primi soldini. Quattro miliardi di euro per la Sicilia. Quando poi il problema diventa, come ammette lo stesso Tremonti, "cosa succederà il primo gennaio del 2014".
Duemila e quattordici... Manca così tanto tempo! Dopo tutto, domani è un altro giorno
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