venerdì 9 maggio 2008

Napoli – Salerno sola andata

Napoli – Salerno. Cinquanta chilometri di autostrada dividono i due capoluoghi di provincia di una stessa regione. Stessa storia, medesima cultura e abitudini, identico clima mediterraneo e avventure da città di mare. A un certo punto della storia, però, qualcosa le divide. La questione rifiuti. L’allarme diossina. Un diverso modo di fare politica e amministrare la cosa pubblica in nome del bene comune o di pochi eletti.
Da una parte c’è Napoli, fu Partenope: adagiata ai piedi del Vesuvio, bagnata dalle acque del golfo, è sempre stata capitale culturale e politica del sud Italia. Nel Settecento, prima dell’invasione garibaldina, la capitale borbonica era una delle tre città più ricche e sviluppate d’Europa assieme a Londra e Parigi. Un furto da milioni di ducati che ha causato il crollo economico e la nascita della centenaria Questione meridionale.
Un po’ più a sud, spiaggia ultima della costiera amalfitana, il porto dà accesso a una cittadina ordinata, pulita, moderna come una piccola Svizzera. Non sembra neanche di trovarsi nella stessa regione, ma si tratta soltanto di Salerno: 150mila abitanti e una provincia che si estende per 4.917 chilometri quadrati e abbraccia 158 comuni. È conosciuta per la sua Scuola medica salernitana del IX secolo, che fu la prima e più importante istituzione medica d'Europa all'inizio del Medioevo ed è considerata da molti un'antesignana delle moderne università.
Napoli e Salerno: nei giorni di un’emergenza rifiuti che alla vigilia dell’estate si carica delle tinte più fosche a causa del rischio colera i due capoluoghi campani diventano sempre più distanti. I cumuli di spazzatura che si ammonticchiano ai lati delle strade del capoluogo partenopeo e invadono la provincia sono lontani anni luce dalle pulite e ordinate stradine di Salerno e vicinato. Lì si pratica seriamente la raccolta differenziata, i cittadini sono un po’ più coinvolti nella cosa pubblica e le discariche funzionano davvero. Ma è soprattutto questione di numeri, e in troppi lo dimenticano
La densità demografica nella provincia di Salerno è di 224 abitanti per chilometro quadrato, ospitati in una ampissima superficie di regione che include anche il Parco del Cilento, riserva naturale da vent’anni. Napoli, con il suo milione e più di abitanti, fa registrare una densità di 8.400 abitanti per chilometro quadrato: quasi quanto una città della Cina. Più di 3 milioni di residenti sono ospitati in tutta la provincia, divisi in appena 92 comuni su mille chilometri quadrati. E una produzione di rifiuti solidi urbani che supera le 6mila tonnellate al giorno. La raccolta porta a porta timidamente accennata in poche comunità locali a partire dall’inizio, in città non supera il 7%.
“Colpa di Bassolino”, si mormora. “E della sua compare, la Jervolino”. La Comunità Europea ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia di Lussemburgo per la questione rifiuti di Napoli. Un problema che va avanti da 14 anni e che di tanto in tanto diventa moda mediatica. Stavolta ha fatto cadere il governo Prodi. Secondo il commissario dell'Unione Europea all'ambiente Stravos Dimas “l'Italia deve dare priorità all'elaborazione di piani efficienti e alla realizzazione delle infrastrutture di raccolta e di trattamento necessarie per attuarli correttamente”. Il sindaco di Napoli Rosa Russo Jervolino è stata avvertita del deferimento dal suo staff. Le motivazioni di Dimas sono state dure soprattutto si mostra alquanto pessimista nel dire che "la Campania é lungi dal poter creare un sistema di gestione efficiente che consenta la raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti. Inoltre, le autorità italiane si sono rivelate incapaci di indicare un calendario chiaro per il completamento e la messa in servizio degli impianti di selezione, delle discariche, degli inceneritori e delle altre infrastrutture necessarie per risolvere i problemi dei rifiuti che affliggono la regione".
San Gennaro, a Napoli, ha rispettato la scadenza. Il sangue del patrono si è sciolto con puntualità alla preghiera degli oranti. Il supercommissario Giovanni De Gennaro, riconfermato in carica per ancora due settimane, si prova a vincere con la forza l’opposizione dei cittadini alla creazione di una nuova discarica che vada ad aggiungersi alle centinaia di siti di stoccaggio provvisorio e di discariche abusive. A Pianura come nel casertano i rifiuti tossici prodotti dalle fabbriche di tutt’Italia stanno causando il proliferare di tumori e problemi respiratori tra la popolazione.
A pochi chilometri di distanza ci sono i comuni virtuosi della raccolta differenziata. Mercato San Severino, Monitoro, Pagani, Nocera e altre cinquanta città della provincia di Salerno hanno superato il 60% di raccolta differenziata. Le altre cittadine, soprattutto nel Cilento, sono avvantaggiate dall’ampia disponibilità di spazi e dalla bassa densità demografica, mentre la situazione si complica nell’agro noverino sarnese per la vicinanza al napoletano e la quantità di abitanti. Ma anche in questo caso la situazione è sotto controllo e presto sorgerà nel salernitano un termovalorizzatore per il recupero della quantità di rifiuti che non è possibile recuperare. Decine anche i siti di recupero degli imballaggi: Scafati ospita l’azienda di carta, plastica e vetro. Per il compost si stanno ancora attrezzando, ma le fertili terre del pomodoro San Marzano non attenderanno a lungo.

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